Da Roma a Trieste a Basilea e fino alle nostre pagine, l’Arte è sempre in movimento

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di Fabio Galli

L’arte è sempre in movimento, e questo periodo offre un panorama espositivo straordinariamente ricco, capace di soddisfare gli appassionati più esigenti e di affascinare anche i neofiti. Tra grandi maestri della modernità e interpreti visionari della contemporaneità, le mostre attualmente in corso in Italia e all’estero raccontano storie di sperimentazione, inquietudine e bellezza.

Se Pablo Picasso è protagonista a Roma con una mostra che ne esplora il ruolo di artista e di “straniero” nella società, Edvard Munch affida alle sale di Palazzo Bonaparte il compito di trasmettere la sua eterna inquietudine. Felice Casorati, con la sua pittura sospesa tra geometria e mistero, trova spazio a Milano, mentre Trieste celebra Leonor Fini, un’artista troppo spesso rimasta ai margini della grande narrazione storica, ma che fu tra le più rivoluzionarie del suo tempo. Infine, la galleria Hauser & Wirth di Basilea ci accompagna in un viaggio nella luce e nel silenzio con l’eleganza introspettiva di Vilhelm Hammershøi.

Ma non è tutto: il 2 marzo torna #domenicalmuseo, con ingresso gratuito nei principali musei e parchi archeologici italiani, un’opportunità perfetta per chi vuole vivere l’arte senza barriere economiche. Un’occasione da non perdere per immergersi in percorsi espositivi che parlano di creatività, identità e trasformazione.


Picasso a Roma: “Lo Straniero”, tra genio e marginalità

Palazzo Cipolla, nel cuore di Roma, ospita fino al 29 giugno “Picasso lo straniero”, una mostra che, attraverso oltre cento opere, racconta l’esperienza di Picasso in Francia e il modo in cui, nonostante il suo immenso successo, rimase sempre un outsider.

Questa esposizione non è solo un omaggio alla sua arte, ma una riflessione sul concetto di identità e appartenenza. Nato in Spagna, Picasso si trasferì giovanissimo a Parigi, città che gli regalò fama e riconoscimenti ma che, allo stesso tempo, non lo accettò mai del tutto come “francese”. Durante la Seconda guerra mondiale, pur rimanendo in Francia, non poté ottenere la cittadinanza, subendo sospetti e controlli.

Le opere esposte coprono un arco temporale vastissimo, spaziando dalla primavera romana del 1917, quando Picasso si trovò in Italia per collaborare con i Ballets Russes, fino ai suoi ultimi anni. Particolarmente interessanti sono le sezioni dedicate alla ceramica, un mezzo espressivo che Picasso trattò con l’irriverenza e l’innovazione che caratterizzano tutta la sua produzione.


Munch a Roma: il dolore e il colore della solitudine

A pochi passi da Piazza Venezia, Palazzo Bonaparte ospita fino al 2 giugno una grande mostra dedicata a Edvard Munch, il pittore norvegese che più di ogni altro ha saputo rappresentare il tormento interiore.

Intitolata “Munch. Il grido interiore”, l’esposizione raccoglie circa cento opere, tutte provenienti dal Munch Museum di Oslo, e ci accompagna attraverso il mondo visionario di un artista che trasformò la propria sofferenza in colore e materia.

Se L’urlo è il suo quadro più noto, il percorso della mostra permette di cogliere la varietà e la complessità della sua produzione: dai primi lavori simbolisti alle opere più mature, in cui l’uso del colore si fa sempre più potente e le figure umane emergono come presenze evanescenti, sospese tra la vita e la morte.

Una sezione particolarmente emozionante è dedicata ai ritratti femminili: Munch ha spesso rappresentato la donna come una figura ambivalente, capace di incarnare sia la passione che la distruzione. Un viaggio nella psicologia dell’artista, dove ogni pennellata sembra scavare nell’animo umano.


Casorati a Milano: il silenzio della forma

La pittura di Felice Casorati è un enigma. I suoi personaggi sembrano fermi nel tempo, immersi in un’atmosfera sospesa, con colori pacati e geometrie rigorose. A Milano, una grande retrospettiva ripercorre il percorso di questo artista che, pur lavorando nel Novecento, ha saputo creare un linguaggio del tutto personale, difficilmente riconducibile a un’unica corrente.

Se le prime opere risentono dell’influenza del simbolismo, con un forte interesse per il mondo onirico, a partire dagli anni ’20 la sua pittura diventa sempre più essenziale. Le sue figure sembrano quasi sculture dipinte, inserite in scenari che ricordano i maestri del Rinascimento.

La mostra milanese permette di cogliere la raffinatezza e la profondità di un artista che, pur rimanendo spesso ai margini delle grandi avanguardie, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte italiana.


Leonor Fini a Trieste: tra sogno e provocazione

Nata a Buenos Aires ma cresciuta a Trieste, Leonor Fini è stata una delle artiste più eclettiche e affascinanti del Novecento. La mostra triestina, che presenta 250 opere, molte delle quali inedite, permette di esplorare il mondo di un’artista che ha attraversato surrealismo, illustrazione, scenografia e letteratura con un’irriverenza straordinaria.

Fini è stata un’anima ribelle, amica dei surrealisti ma mai del tutto integrata nel loro gruppo. I suoi dipinti esplorano la femminilità in chiave magica e inquietante: donne-fantasma, sfingi, figure androgine, in un immaginario che sembra anticipare molte tematiche contemporanee legate al genere e all’identità.

Un’intera sezione è dedicata alla sua carriera di scenografa e costumista per il teatro, un ambito in cui la sua creatività trovò un’espressione particolarmente vivida.


Hammershøi a Basilea: la poesia della solitudine

L’arte di Vilhelm Hammershøi è fatta di silenzi. I suoi interni vuoti, le figure viste di spalle, la luce grigia e diffusa creano un’atmosfera sospesa, in cui il tempo sembra essersi fermato.

La mostra di Hauser & Wirth a Basilea permette di immergersi in questa dimensione rarefatta, dove ogni dettaglio – una porta socchiusa, un riflesso sul pavimento – acquista una potenza simbolica incredibile.

Molti hanno paragonato la sua pittura a una forma di meditazione visiva, un invito a rallentare e a cogliere la bellezza nella semplicità.


Domenicalmuseo: l’arte accessibile a tutti

Oltre alle grandi mostre a pagamento, il 2 marzo torna #domenicalmuseo, l’iniziativa del Ministero della Cultura che permette di visitare gratuitamente musei e siti archeologici statali.

Tra le esposizioni da non perdere in questa occasione c’è “Etruschi del Novecento” al Mart di Rovereto, che esplora il fascino esercitato dall’arte etrusca sugli artisti moderni, e “Intelligenze Emotive”, un percorso espositivo nella sede di Trento del Mart che mette in dialogo arte e psicologia.

Un’opportunità perfetta per avvicinarsi all’arte e scoprire nuovi modi di leggerla.

Queste mostre rappresentano non solo un’occasione per ammirare capolavori, ma anche per interrogarsi sul ruolo dell’artista e sulla capacità dell’arte di attraversare il tempo, parlando sempre al presente.

 

 

(2 marzo 2025)

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