dal nostro inviato Massimo Capo
Quarto giorno del Festival del cinema gay di Torino, ancora film ed ancora un buon livello di selezione, tranne qualche piccola eccezione che ci deve essere in ogni festival che si rispetti.
Un film che ci è piaciuto, tra quelli presentati ieri è “Five Dances” in concorso per i lungometraggi, sceneggiato e diretto da Alan Brown, già presente al Togay del 2012 con il bellissimo “Private Romeo”. Five Dances ruota intorno a Chip (Ryan Steel), un ballerino che si trasferisce dal Kansas a New York per unirsi ad una compagnia di ballo che sta facendo le prove per uno spettacolo.
Le riprese si svolgono quasi esclusivamente in sala prove ed il film si divide in cinque parti/coreografie che scandiscono anche il passaggio di Chip da timido ed introverso a ragazzo felice ed appagato, anche grazie al collega Theo (Reed Luplau) che prova per Chip una forte attrazione.
In questo film si rivivono le situazioni da sala prove simili ad altri film imperniati sulla danza, ma la regia di Brown si caratterizza per l’attenzione che ha per le coreografie e per i ballerini che le stanno provando. I continui stacchi di ripresa, durante le prove del balletto, scandiscono gli errori e riescono a dare la sensazione della fatica e dell’impegno che richiede questa disciplina che diventa così “leggera” a guardarsi, ma che comporta una completa dedizione che solo i ballerini possono spiegare.
I protagonisti, tutti professionisti, si distinguono per la bravura anche come come attori, aiutati da una fotografia (Derek McKane) che sottolinea la tensione o la felicità vissute ad ogni passo. La sala prove diventa via via più cupa o più luminosa in base al momento condiviso dai protagonisti ed i colori della città, per le pochissime riprese in esterna, sono davvero ben dosati, caldi e regalano una New York affettuosa e calorosa anche durante le riprese in notturna.
Di tutt’altro genere il film “Monster Pies” del regista Lee Galea,australiano, che ha all’attivo molti corti, tra questi “Less Adolescent” del 2009 selezionato per il San Francisco Indipendent Film Festival. “Monster Pies” sceneggiato oltre che diretto da Galea è un film di “formazione” e come tutti i film di formazione deve contenere tutte le possibili tematiche/problematiche legate all’adolescenza ed all’omosessualità.
Il film si svolge negli anni novanta in una non ben definita città alla periferia di Melbourne. Due adolescenti Mike (Tristan Barr) e Will (Lucal Linehan) frequentano lo stesso liceo e, per un compito assegnato dalla loro professoressa, si trovano a formare una coppia per un progetto da presentare a fine semestre che consisterà nel dare una loro versione, rivisitata, di “Romeo e Giulietta”
La frequentazione anche dopo le, obbligatorie, ore di scuola li porta ad essere indispensabili l’uno all’altro ed a far capire a Will i veri sentimenti che prova, ricambiati, per Mike. La situazione familiare di Will non è delle più felici, una madre ricoverata in un istituto, un padre violento, una famiglia che non lo ha mai capito, la paura per la sua omosessualità e per l’ambiente scolastico – non tanto per i professori, Mike troverà un vero aiuto nella sua insegnate di letteratura – quanto per gli immancabili bulli da liceo. Dato il grande peso che si porta sulle spalle, troppo pesante per un adolescente, Mike sceglierà di seguire il dramma shakespeariano fino alla tragica conclusione.
Ben recitato dai due protagonisti principali e ben sceneggiato, questo è uno di quei film che dovrebbero essere proiettati all’interno delle scuole, a beneficio non solo per gli alunni, ma anche dei professori.
Il film a sorpresa di ieri sera è stato “Yossi”di Eytan Fox già regista di “Yossi and Jagger” e del bellissimo “Camminando sull’acqua”. La sceneggiatura di Itay Segal immagina Yossi (Ohad Knoller lo stesso interprete del precedente film) a dieci anni dalla morte di Jagger.
Diventato medico,invecchiato e non propriamente in forma, consapevole di essere gay ma non ancora uscito allo scoperto, si annulla nel suo lavoro ed annulla anche la sua vita privata, tranne qualche incontro, da chat, che lo porta a sentirsi ancora più solo ed insicuro.
Tutto cambia quando un giorno arriva nel suo ambulatorio una donna che Yossi riconosce essere la madre di Jagger. Decide di andare a trovarla e di rivelare il suo vero rapporto con il figlio. La notizia non viene accettata bene dalla madre di Jagger, mentre il padre, che lo invita ad andare a vedere la camera del figlio, lascia intendere più comprensione per il dolore provato.
Questa situazione porta Yossi alla decisione di staccarsi dal suo lavoro ed andare al mare. Durante il viaggio incontra un gruppo di militari, tra questi Tom un bellissimo ragazzo che dichiara la sua omosessualità con tutti, ambiente militare compreso. Finalmente Yossi decide di vivere il presente ed intreccia una storia con Tom che lo corteggia fin dal loro primo incontro.
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