Il Festivalmix Milano, propone in questo sabato 22 giugno una serie di pellicole tra le più interessanti a partire da “Out in the Dark” dell’israeliano Michael Mayer che racconta la storia d’amore tra un israeliano ed un palestinese (chi scrive ha ra i suoi amici una coppia formata proprio da un israeliano ed un palestinese, che sono dovuti fuggire all’estero per sopravvivere). I confini “geografici che si incontrano sono quello di Nimer, studente palestinese fragile e inquieto e quello dell’avvocato israeliano Roy. L’amore sboccia subito ma i due devono fare presto i conti con i problemi sociali che questo comporta. Ci si mette di mezzo pure la polizia e la morte del migliore amico di Nimer…”, una pellicola imperdibile la cui proiezione inizia alle 19.00.
Dalle 20.40 arriva Alan Brown, quello di “Private Romeo” una delle pellicole lgtb che più ho amato negli ultimi anni, che presenta “Five Dances”, storia di Chip, “un giovane dalla bellezza sconvolgente, con un fisico da angelo caduto in volo. Un ragazzo di provincia che sbarca a New York per realizzare il suo grande sogno: diventare un ballerino. Lasciata alle spalle la famiglia disfunctional, si unisce a una compagnia di giovani Saranno famosi… Five dances è un delicato romanzo di formazione che miscela ballerini, giovani talenti della danza contemporanea americana, alle splendide coreografie di Jonah Bokaer in stile West Side Story…”, delicato e splendidamente girato. Vedrete.
Last but not least, dalle 22.30, “Noor” produzione franco-pakistana ambientato nella comunità transgender del paese asiatico firmata da Guillaume Giovanetti e Cagla Zencirci. “Noor racconta la vita di una donna che vernicia auto, vuole diventare uomo e trovare una principessa in grado di amare il suo corpo. Road movie tocccante e dai paesaggi mozzafiato che rincorre un lago fatato, nascosto nel cuore del Pakistan, che ti trasforma in maschio, o almeno così sostiene un simpatico vecchietto…”; poco prima di concludere la serata con “Coccinelle, Sceneggiata transessuale”, un documentario del 2011 dove si
parla proprio delle “Coccinelle” che non “sono drag queen né aspirano ad essere curatissime femme fatale, non interpretano i playback di Raffaella Carrà e non si travestono da icone del pop. Gennaro, Tonino, Genny e Giacinto sono quattro signore napoletane, quattro trans dei vicoli di Napoli. Nelle sale di ristoranti arredati in finto barocco, Le Coccinelle cantano e recitano le loro sceneggiate, raccontando la prostituzione, il giudizio degli “altolocati”, l’ipocrisia dei clienti ma anche l’amicizia con le donne dei quartieri e la gioia di vivere del popolo napoletano”.
Programma straricco. Mi ci ficco.
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