C’è da vergognarsi, ma non è un novità. Il governo intende tagliare ancora finanziamenti al Centro Sperimentale di Cinematografia, attraverso una ristrutturazione annunciata delle agevolazioni fiscali del tax credit, tagliate del 50% per il 2014.
Sono tutti furiosi, da Giancarlo Giannini, “Lo scriva, scriva questo: questi tagli sono una stronzata. Siamo già un paese di ignoranti, vogliono che lo diventiamo ancora di più”, dice al quotidiano Europa, allo sceneggiatore Stefano Rulli, presidente del Centro, che minaccia di andarsene e ritornare al suo lavoro di sceneggiatore.
Fa un po’ effetto vedere per una volta gli artisti del cinema italiano contro un governo in maniera così netta: siamo abituati ad artisti che vanno a braccetto con la politica, che strizzano l’occhio a questo o a quel premier, a questo o a quel colore politico.
Nemmeno ci sarebbe un gran bisogno di voler distruggere il Cinema togliendogli soldi, basterebbe lasciare che continuasse a produrre ciò che produce, e il dente cadrebbe da solo, ma è proprio questo il punto: per migliorare le cose i soldi dovrebbero aumentare e non il contrario.
Vero è, che i momenti di crisi nera alcuni punti positivi ce li hanno pure: restituiscono dignità ad una categoria spesso chiusa nei propri opportunismi privati e fanno capire che classe Alte non ce n’è più.
Magari capirlo servirà anche al Cinema.
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