Ho letto con piacere il libro di Vladimir Luxuria “L’Italia Migliore”, e sarebbe molto più semplice raccontare la storia, dire che bello, brava, clap clap e finito lí, ma non è ciò che voglio scrivere. Non è ciò che m’interessa del romanzo.
Nemmeno m’interessa scrivere di chi possa essere la disperata conduttrice televisiva cocainomane o di quanta esperienza personale di Vladimir Luxuria ci sia nel libro. Vorrei parlare della scrittrice Luxuria, e della cultura che dietro la scrittrice Luxuria, c’è.
Il primo capitolo, con lo splendido incipit, ci introduce nella vita della protagonista attraverso la presentazione della madre e della sorella di lei. Ma è il gusto per il particolare, per la descrizione puntuale, rigorosa di un ambiente, un sentimento, ciò che colpisce gradevolmente. I dialoghi misurati tra madre e figlia, le paure così pudicamente narrate, senza sbirciare dall’occhio della serratura, il senso del ritmo e l’attenzione al linguaggio, tutto rigorosamente e chiaramente raccontato, con in sottofondo l’ironia feroce cui il personaggio Luxuria ci ha abituati che attinge dalla grande intelligenza con la quale Luxuria ci ha conquistati.
Il libro si legge velocemente, ed è un pregio, ma è tutto fuorché una storiella: l’escamotage narrativo nasce da mondi che Vladi conosce assai bene, ma avrebbe potuto ambientarlo ovunque, anche in un ospedale da campo nel deserto, documentandosi su ciò che succede in un ospedale da campo nel deserto, cosa che sicuramente avrebbe fatto. “L’Italia Migliore” è un grido contro i mali della società odierna: l’egoismo, la superficialità, il successo perché sì, le ingiustizie sociali, il malessere, la famiglia tanto difesa e così oscura nel suo nucleo più privato, la prevaricazione, l’incultura e l’ignoranza, che non sono la stessa cosa. Anche per questo, oltre che per la bella storia impreziosita dalle feroci battute cui Luxuria ci ha abituati, il libro va letto.
In chiusura, una piccola osservazione: credo di essere uno dei pochi, forse dei pochissimi a sapere che Vladimir Luxuria (che tra le altre cose canta benissimo) ha quello che i musicisti chiamano “orecchio assoluto”. Lo so perché sì. E va bene così. Ebbene, “L’Italia Migliore” è anche di questo “orecchio assoluto” che vive: della capacità di ascoltare le note trasmesse dall’ambiente, riconoscerle e infine cantarle con la musica che è propria di chi ce l’ha dentro anche senza saperlo.
Il libro è edito da Bompiani ed è già in libreria. Acquistarlo e leggerlo d’un fiato sarà tutt’uno.
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