dal nostro inviato Alessandro Paesano twitter@ale_paesano
Una giuria di ragazzi e ragazze in età da liceo ha assegnato il premio unico come miglior film per la sezione, autonoma e parallela, giunta al decimo anno di vita, Alice nella città. Oltre al premio la giuria di ggiovani ha voluto anche dare una menzione speciale.
Il premio è andato a Larjiungen (Svezia, 2013) di Ulrika Bengts, con una motivazione metaforica: per la sensibilità con la quale la regista ha affrontato le complesse dinamiche familiari e l’introspezione dei personaggi. Il film è capace di raccontare un ristretto lembo di terra, con pochi personaggi, una storia emozionante che non incontra barriere temporali. Interessante il capovolgimento dell’immagine del faro che, da baluardo di luce e salvezza per i viaggiatori, si trasforma in un luogo soffocante da cui fuggire. Straordinarie infine le interpretazioni dei personaggi tra cui spicca per intensità la figura del padre.
Tra tutti i film da premiare è stato scelto quello che esprime il conflitto adulti adolescenti nella maniera più tradizionale condivisibile chi è a favore delle punizioni corporali o dell’imposizione nella scelte professionali delle persone adolescenti?
Un film che non risolve il conflitto da un punto di vista culturale, etico o politico, ma sentimentale, tenendo il presente convenientemente lontano pretendendo di trovare nella distanza di un racconto storico una universalità dell’autoritarismo, che all’epoca era considerato più che lecito e normale, tacendo sui problemi contemporanei che affliggono la gioventù ben affrontati in altri film in concorso come Mig äger ingen di Kjell-Åke Andersson (Svezia, 2013).
Sentimentalismo confermato anche nella menzione speciale che è andata a Leijonasydän (Finlandia\Svezia, 2013) di Dome Karukoski dove la xenofobia (e l’omofobia) sono trattate e risolte nel privato, coi sentimenti e non con il pensiero critico, con l’etica o la politica. La menzione è stata accompagnata dalla seguente motivazione:
per la semplicità puntuale ed incisiva nel descrivere un tema importante e pericolosamente attuale, quello del neonazismo. Per la capacità del cast e la sceneggiatura efficace in grado di riportare senza filtri e con tagliente comicità una realtà crudele quanto folle.
Le persone della giuria, uomini e le donne di domani si presentano convenzionali, disimpegnati, incapaci di un approccio critico al reale e premiano dei film nei quali amore fa ancora rima con cuore.
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