Emilio Campanella, Pontormo e Rosso Fiorentino

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Pontormo e Rosso Fiorentinodi Emilio Campanella

DUE MOSTRE PARALLELE? Me lo stavo domandando muovendomi fra le sale di Palazzo Strozzi a Firenze, dove sono andato a “recuperare” : PONTORMO E ROSSO FIORENTINO, Divergenti vie della “maniera”. aperta al pubblico dall’ 8 Marzo al 20 Luglio. Pensavo però che anche frequenti sono gli incroci stilistici ed i raffronti -ovviamente- ravvicinati, che questa magnifica mostra propone.

Partirò dai dettagli tecnici che sono spesso, importantissimi; intanto un’illuminazione sorvegliatissima su ogni tela, su ogni tavola, su ogni disegno. Brevi e sintetici pannelli indicano i capitoli/sezione dell’esposizione; accanto o sotto ogni opera targhe informative ben illuminate anche queste, bilingui e che riportano i dati principali ed una scheda sintetica dell’opera di riferimento. Ogni sala offre la possibilità di sedersi e contemplare i capolavori tranquillamente, come nei migliori musei.

Il percorso espositivo parte con le botteghe con cui collaborarono i due pittori, all’inizio della loro carriera: coetanei si formarono entrambi con Andrea del Sarto, ma se Jacopo Carucci (PONTORMO) subì l’influenza di Leonardo e Piero di Cosimo, poi s’interessò al lavoro di Durer ed alle esperienze nordiche, attirandosi gli strali del Vasari. Giovan Battista di Jacopo (ROSSO FIORENTINO, perchè di pelo rosso), guardò a Michelangelo, si formò con Fra Bartolomeo, anch’egli con Andrea del Sarto: stilisticamente guardò indietro la tradizione artistica fiorentina, a Donatello, a Masaccio, suscitando, lui si, l’ammirazione del Vasari. Siamo dunque alle VITE PARALLELE dell’arte.

La prima sala, quasi un’introduzione presenta tre affreschi staccati: IL VIAGGIO DEI MAGI di Andrea del Sarto (1511) si noti la piccola giraffa sullo sfondo; ASSUZIONE di Rosso Fiorentino (1513 c.a); VISITAZIONE di Pontormo ( 1514-16) , tema su cui tornerà, sappiamo con quali strabilianti esiti. Qui l’episodio è ambientato in un padiglione semicircolare, sopra, come su una balconata viene ricordato il sacrificio di Isacco, come in una cimasa, a ricordare uno dei “contratti” di Jahvé con il popolo eletto. Le tre opere provengono dalla fiorentina Basilica della Santissima Annunziata, Chiostrino dei Voti.Dopo s’inizia il viaggio artistico dei due con opere ancora legate alle influenze dei maestri e degli ispiratori e successivamente, l’iniziale formarsi della”maniera” precipua di ognuno dei due grandi artisti.

Oltre agli stili, i caratteri, le scelte, i comportamenti. Pontormo non si mosse mai dai dintorni di Firenze, e divenne pittore della corte medicea; Rosso fu sempre in movimento in varie città italiane, soggiornò lungamente a Roma; concluse la propria vita a Fontainbleau. Questo cerca di rendere la mostra, la storia umana ed artistica di due personalità differenti ma non lontanissime per certi versi, nei loro esiti pittorici, pur nelle “origini” e nelle scelte diverse. Questo è ben esemplificato nelle due sale di ritratti ed in quelle dei disegni in cui il raffronto si fa molto preciso.

Nel disegno Pontormo lavorava moltissimo dal vero ed ha lasciato centinaia di disegni; Rosso molto pochi e raramente lavorava dal vero. Il percorso continua con i lavori più importanti, vivranno, ognuno per conto proprio esperienze importanti, avranno commissioni di grande rilievo; si troveranno , più tardi, in posizioni, in un certo modo simili: Pontormo e l’assedio di Firenze,Rosso ed il Sacco di Roma dove se la vedrà brutta come ci racconta ancora Vasari.

Fuggirà e riparerà a Volterra dove lascerà alcuni capolavori come la DEPOSIZIONE DALLA CROCE; anche Pontormo dipinse una sua DEPOSIZIONE per la Cappella Capponi in Santa Felicita a Firenze; entrambe le pale vennero riproposte come tableaux vivents, da Pier Paolo Pasolini nel suo episodio LA RICOTTA in RO.GO.PA.G del 1963. Il viaggio volge al termine e s’incontrano grandi capolavori dei due pittori, ognuno nella sua corte.. arrivati in fondo, immediatamente si ha desiderio di rivedere tele, tavole, disegni, incisioni, affreschi, e si riparte daccapo reincontrando MADONNA COL BAMBINO SAN GIOVANNI BATTISTA E SAN BARTOLOMEO (Pala Villamagna) dal Museo Diocesano d’Arte Sacra di Volterra del 1521 che Rosso dipinge con colori chiari e con figure allungate. Il RITRATTO DI COSIMO IL VECCHIO di Pontomo, olio su tavola del 1518-19, dagli Uffizi, sorprendente per la modernità dei volumi; ancora di suo lo straordinario DOPPIO RITRATTO DI AMICI del 1523.24 dalla Galleria di Palazzo Cini di Venezia.

La CENA DI EMMAUS di Pontormo sel 1525 dagli Uffizi, così influenzata da Durer; LO SPOSALIZIO DELLA VERGINE (Pala Ginori) di Rosso tavola del 1523 dalla Basilica di San Lorenzo a Firenze, di suo anche la DEPOSIZIONE DALLA CROCE, sempre su tavola, del 1527.28, dalla chiesa di San Lorenzo di Sansepolcro. In conclusione la VISITAZIONE di Pontormo, tavola del 1528-29 dalla Pieve di San Michele Arcangelo di Carmignano. Con molta intelligenza, dopo la fine del percorso espositivo, in una saletta si può assistere all’emozionante videoinstallazione GREETINGS di Bill Viola presentata per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1995, opera creata in omaggio proprio alla VISITAZIONE di Pontormo appena vista, nello splendore del restauro, come molte altre opere esposte. L’ampio ed accuratissimo catalogo è pubblicato da Mandragora.

 

 

 

 

©emilio campanella 2014
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