Emilio Campanella, per parlare di Biennale Architettura 2014: da che pare cominciare?

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Venezia Canal Grandedi Emilio Campanella

Già, da che parte cominciare? Un quesito che mi ha preso una settimana, prima di decidermi ad iniziare con queste osservazioni. Non si trattava certo di un blocco momentaneo delle idee, ma molto peggio. Il 4 Giugno si è iniziato il terremoto giudiziario che ha coinvolto molte personalità veneziane e che molto ha scandalizzato. In quella giornata la stampa internazionale del settore conveniva in laguna per il primo dei tre giorni di vernissage alla vigilia dell’inaugurazione della Biennale… Una figuraccia planetaria! Non la prima, certo, ma la prima veneziana, di tale entità! Ammetto di essere stato di pessimo umore per tutta quella giornata… Mi sentivo offeso, tradito, sporcato, ma anche con un senso di disagio e di vergogna, come se fossi anche io colpevole di un progetto folle e disapprovato da moltissimi, ma che, tant’è, si è scelto egualmente di realizzare!

Vivo a Venezia da oltre trent’anni, è la mia “zweite heimat”, ma il mio istinto è stato, se avessi potuto, di andarmene, di allontanarmi per un po’ e fare il punto della situazione…questo non essendo possibile, ho sopportato il passare dei giorni, l’aumento delle temperature fino a questo momento in cui ho deciso di cercare di raccogliere un po’ le idee intorno a questa stimolante manifestazione di architettura internazionale.

Premesso il coraggio, la sfida  ed il rischio di un piccolo successo di scandalo per aver affidato questi mesi di esposizione ad un architetto molto discusso sul Canal Grande per il suo progetto di riutilizzo, trasformazione, riconversione, valorizzazione(?) con la mano MOLTO pesante, del FONTEGO DEI TEDESCHI, già quartier generale dei commerci germanici in laguna, alla cui decorazione contribuirono nientemeno che Giorgione e Tiziano, e che negli ultimi decenni fu sede delle Poste Italiane…bisogna ammettere che il lavoro di coordinamento compiuto dall'”archistar” in questione, risulta molto stimolante, anche “ruffiano”, è vero, ma proprio per questo accattivante, e probabilmente, capace di risvegliare l’interesse anche dei non addetti ai lavori. Una novità è costituita dalla lunga durata della manifestazione che, per la prima volta, copre oltre cinque mesi di apertura al pubblico, come la Mostra d’Arte.

Si è parlato si sperimentazione, di discussione, di riflessione, ed in effetti questo, stimola il percorso del Palazzo delle Esposizioni dei Giardini, con la sua introduzione attraverso un “collage “cinematografico di frammenti di pellicole disposti, come dire, per argomento. Ci si muove poi per il caotico edificio, alla scoperta degli argomenti proposti, esposti ed analizzati sotto il titolo: ELEMENTS OF ARCHITECTURE.

Alle Corderie dell’Arsenale, invece si entra in MONDITALIA attraverso una porta/facciata come di palazzo illuminato per una festa paesana sacra e pagana. La lunga teoria di “sale” divisa per la lunghezza da un velario che riproduce un’antica carta della penisola. Al di qua ed al di là, molte proposte di discussione e perchè no, di polemica su temi anche scottanti intorno al paesaggio, la sua conservazione, il rispetto degli edifici, delle persone, della loro vita. Anche qui molto cinema proposto attraverso schermi che rimandano immagini di film italiani notissimi e di grande importanza. Uno stretto contatto e scambio, sono proposti fra tutti i Festival della Biennale.

Il Padiglione Italia, sempre all’Arsenale, sotto l’egida del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali propone INNESTI/GRAFTING, anche e soprattutto un’approfondita ricognizione sugli ultimi cento anni di Milano(“laboratorio del moderno”) e la sua trasformazione anche traumatica, causata dai bombardamenti, ma non solo,  in città moderna.

 

 

 

 

 

 

 

 

(15 giugno 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©emilio campanella 2014
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