Roma Fringe Festival: “Hole”, o di quelli che infilano il coso nel coso #Vistipervoi

Altra Cultura

Condividi

Roma Fringe Festival - Logo 2di E.T. twitter@iiiiiTiiiii

Ci è toccato un altro spettacolo a tematica ghei, di quelli che i moderni ghei mettono in scena perché di qualcosa bisogna pur parlare, e non c’è nulla di meglio che parlare di nulla, cioè di sé, così che se un tempo ci si rifugiava nelle associazioni ghei cercando conforto e magari un fidanzato – magari riuscendo anche nell’intento di trovare entrambi – ora si fa teatro ghei. Che fa ghei.

Lo spettacolo, si chiamano così per convenzione, è la triste storia di un fanciullo il cui coso rimane “incastrato” in un glory hole – uno di quei cosi dove si infla il coso per farsi succhiare il coso – casualmente abitato da una specie di psicopatico che gliene fa di tutti i colori al coso del coso dentro il coso.

Tutt’attorno orrore morte e disperazione: il fidanzato del coso che ha infilato il coso nel coso col tipo psicopatico che ne fa di tutti i colori al coso, gioca col coso del barman, mentre miracolosamente il coso si libera dal coso che lo teneva prigioniero, giusto in tempo per vedere il coso del barman nella bocca dell’altro (vi aspettate una giustificazione drammaturgica? Andatevela a cercare se potete, che questo è uno spettacolo ghei mica una roba seria) per ritornare subito ad infilare il coso nel coso e farsi succhiare dal coso psicopatico.

Gli attori, anche loro si chiamano così per convenzione, sono imbarazzanti. La drammaturgia è inesistente, la regia da filodrammatica.

Nello spazio volano oggetti, cadono bicchieri, si lanciano fiori, telefoni cellulari vengono gettati a terra in una stanza che si immagina chiusa e finiscono nella stanza attigua che la drammaturgia [sic] vorrebbe farci credere separata (scusa Pier Vittorio!) e la voce non è proiettata, è un grido inconsulto perché essere sopra le righe fa ghei.

Senso di colpa a gogo e disperazione per essere quello che si è ammorbano lo spettacolo così come la presunzione di essere ciò che non si è.

Speriamo che anche basta.

 

 

 

 

 

 

 

(23 giugno 2014)

 

 

 

 

 

 

©gaiaitalia.com 2014
diritti riservati
riproduzione vietata

 

 

 

 

 

Pubblicità