Venerdi 4 Luglio, alle 11, durante la conferenza stampa di presentazione di PAOLO VERONESE, L’illusione della realtà (aperta al pubblico fino al 5 Ottobre, al Palazzo della Gran Guardia, in piazza Brà a Verona), la direttrice del Museo di Castelvecchio e curatrice della manifestazione, Dottoressa Paola Marini si è posta e ci ha posto questo quesito importante…
Risponderei che sono vere entrambe le definizioni. Gli spazi monumentali dell’edificio permettono l’esposizione di grandi tele, e, giustamente non se ne è persa l’occasione. A Londra, alla National Gallery, dal 19 Marzo al 15 Giugno scorsi era rimasta aperta la mostra: VERONESE: MAGNIFICENCE IN RENAISSANCE, VENICE; questa ne è l’emanazione, con la differenza che le opere di Paolo Caliari qui presenti, sono di gran lunga più numerose. Molti importanti prestiti da musei di tutto il mondo hanno permesso il concretizzarsi di un progetto di grande ambizione. Quattordici dal Louvre, tredici da Venezia, di cui sei dalle Gallerie dell’Accademia; sette da Londra, cinque dei quali dalla National Galler, solo per fare alcuni esempi.
L’esposizione si divide in sei ampie sezioni che vanno dalla GIOVINEZZA, in cui è messa in risalto l’influenza dell’ambiente artistico mantovano; IL RAPPORTO CON L’ARCHITETTURA, tanto per la determinante presenza di strutture architettoniche per le quali non si rivolgeva a specialisti, nelle sue tele, quanto per le importantissime decorazioni a fresco nelle ville palladiane, e per un diretto rapporto di collaborazione con il grande architetto. COMMITTENZA PUBBLICA E PRIVATA, la terza sezione che esplica i rapporti del grande pittore con il potere; MITO E ALLEGORIA con straordinari esempi dell’ispirazione coltissima e profonda di Paolo Caliari, per iniziare un ampio ed approfondito discorso di rivalutazione, qualora sia necessario, e talvolta ancora lo è, di un artista di grandissimo e sfaccettato valore che si fece strada in una stagione culturale straordinaria, ed in presenza di personalità molto ingombranti, quali Tiziano Vecellio e Jacopo Tintoretto.
Non solo, dunque, l’eleganza e la sorprendente sontuosa capacità cromatica e l’indubitabile raffinatezza decorativa.
RELIGIOSITA’, la penultima sezione, importantissima, con esempi veramente emozionanti, sapendo i rischi corsi con il Tribunale di Sacra Inquisizione. Cito il CONVITO IN CASA DI LEVI, enorme tela (509 per 984 cm.), restaurata per l’occasione, ed in deposito al Museo di Castelvecchio, dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, e proveniente dalla Chiesa di S.Giacomo alla Giudecca (per intenderci: IL REDENTORE, di Andrea Palladio), a firma; Haeredes Pauli, 1588-90, e con questo ci colleghiamo all’ultima interessantissima sezione: LA BOTTEGA.
Se trovo molto importante la mostra, ritengo discutibile l’allestimento che se ha dalla sua una sobrietà cromatica, soffre, a mio avviso, della pesantezza delle strutture che occupano il centro delle sale ed ospitano i disegni, fruibili, è vero, agevolmente, ed in corrispondenza con le opere finite, ma “protetti” da sorta di arche con quattro colonne, edifici nell’edificio, che molto disturbano esteticamente, nella fuga prospettica delle porte…Il catalogo è edito da Electa. Questo , il primo appuntamento di un’ampia ed articolata manifestazione che coinvolgerà tutta la regione (SCOPRI IL VENETO DI VERONESE) , ed una pubblicazione verrà edita per l’occasione.
Il 7 Settembre, al Museo degli Eremitani di Padova aprirà: VERONESE E PADOVA, L’artista, la committenza e la sua fortuna; a Castelfranco Veneto, dal 12 Settembre: VERONESE NELLE TERRE DI GIORGIONE, al Museo Casa Giorgione; a Bassano, il 17 Settembre: VERONESE INCISO, Stampe da Veronese dal XVI al XIX secolo, al Museo dell Stampa Remondini; Invece, poche ore dopo Verona, le luci veronesiane si accendevano a Vicenza, a Palazzo Barbaran da Porto, che nel suo prezioso MUSEO PALLADIO, ospita nelle medesime date: QUATTRO VERONESE VENUTI DA LONTANO, Le allegorie ritrovate. Si tratta di quattro grandi tele, due delle quali, a lungo considerate di bottega, e che dopo un accurato restauro, le debite ripuliture, e degli esami rifelttografici si sono rivelate di Paolo Caliari stesso. Provengono dalla villa S.Remigio di Pallanza, e sono frutto di studi approfonditi e tenaci che hanno portato a questa bella scoperta ora esposta. Le opere sono, dunque, quattro:due di cui ho appena detto, ed altre due da Los Angeles, County Museum of art: ALLEGORIA CON LA BALESTRIGLIA ed ALLEGORIA CON L’ASTROLABIO PIANO; mentre quelle di Pallanza sono: ALLEGORIA DELLA SCULTURA ed ALLEGORIA CON LA SFERA ARMILLIARE. La piccola esposizione ha un’introduzione relativa alla villa, il luogo, le sue collezioni. Un magnifico, piccolo, ma esauriente catalogo, è stato edito da Officina Libraria, in collaborazione con Palladio Museum e La Venaria Reale.
(7 luglio 2014)
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