71ª Mostra del Cinema di Venezia, la Giostra dei Premi (parliamo anche, magnanimi, del Queer Lion)

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Venezia 2014di Emilio Campanella

Anche quest’anno siamo giunti alla conclusione della 71ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, e sabato 6 settembre sono stati consegnati i premi della settantunesima edizione. Siccome è stata una edizione costellata di buoni film, anche molto buoni, a parte quelli meno buoni, e decisamente discutibili che non sono stati pochi, ma priva di capolavori, la scelta è caduta su: EN DUVA SATTPA EN GREN OCH FUNDERADE PA TILLVARON (Il piccione ul ramo medita sul senso della vita) di Roy Andersson, coproduzione europea.

Un lavoro curioso, accuratissimo, non lontanissimo da certe visioni esistenziali alla Kaurismaki, ma che forse,  non va molto oltre l’entomologica confezione formale. Un leone d’oro anche un po’ contestato e con qualche fischio all’ultima proiezione in sala Darsena. Leone d’argento ad Andrej Konchalovskij per BELYE NOCHI POCHTALONA ALEKSEYA TRYAPITSYNA ( La notte bianca del postino), passato negli ultimi giorni. Il Gran Premio della Giuria è andato all’importante documentario: THE LOOK OF SILENCE di Joshua Oppenheimer, che avrebbe meritato ben di più. Molto anomala la decisione di assegnare entrambe le coppe Volpi per l’interpretazione femminile e per quella maschile agli interpreti pur meritevoli di un medesimo film: HUNGRY HEARTS di Saverio Costanzo, dunque, ad Alba Rohrwacher ed Adam Driver. Roy Andersson

E’ stato assegnato il premio Mastroianni che va agli attori emergenti, a Romain Paul nel film LE DERNIER COUP DE MARTEAU di Alix Delaporte. Premio per la migliore sceneggiatura, meritatissimo, a Rakhshan Banietemad e Farid Mostavavi per GHESSEHA (Storie) della coraggiora Banietemad, che è riuscita ad aggirare la censura iraniana girando una serie di corti, e poi assemblandoli. Premio speciale della giuria a SIVAS di Kaan Mujdeci, che non ho amato assolutamente, come ho scritto alcuni giorni or sono, e con cui, ovviamente, sono in totale disaccordo.

Della Giuria di Orizzonti, ricordo in particolare quello Speciale a BELLUSCONE di Franco Maresco; e poi una miriade di premi minori e collaterali, fra cui il Queer Lion a LES NUITS DETE‘ di Mario Fanfani. Noto come la scelta di questo riconoscimento fosse fra una rappresentanza particolarmente esigua ed evanescente, senza contare il fallimento di Abel Ferrara che non ha costituito la sorpresa di Frears dello scorso anno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(7 settembre 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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(7 settembre 2014)

 

 

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