Alla Galleria Borghese a confronto l’antico con l’arte inglese di Mat Collishaw fino all’11 gennaio prossimo. Quattro gli inediti esposti: un’installazione cinetica e tre videoinstallazioni ispirate a opere di Caravaggio presenti nel museo. Una scelta in linea con lo stile dell’ex Young British Artist, vagamente caravaggesco nelle atmosfere e nell’uso suggestivo di luci e ombre.
Mat Collishaw da sempre utilizza fotografia e video con effetti stranianti. La sua poetica iniziale provocatoria e scioccante, si disperde tendendo ada atmosfere evocative che coinvolgono il mondo vegetale e animale, spesso su fondi neri che mescolano approccio barocco e minimale. I riferimenti all’arte antica, nello stile e nell’iconografia, sono ricorrenti e su tutto aleggia un’atmosfera opprimente, austera e sospesa.
Il filone dell’esposizione di Villa Borghese segue il filone del citazionismo, tre delle opere si ispirano a capolavori di Caravaggio presenti nella struttura: il San Girolamo, Davide con la testa di Golia, la Madonna dei Palafrenieri. Per le sue rielaborazioni, l’artista ha fatto ricorso al video, il supporto è peculiare, le immagini emergono da superfici a specchio e compiono lentissimi movimenti. L’effetto spinge sul verismo, rendendo i personaggi caravaggeschi, una presenza che sembra di potere essere toccata con lo sguardo. Il realismo di Caravaggio, viene trasportato nell’era digitale tra solennità e kitsch.
La quarta opera è un’installazione ispirata allo zootropio, dispositivo ottico ottocentesco. Le figure scolpite, girando vorticosamente grazie alla luce intermittente, prendono vita.I movimenti che si vedono si riferiscono a un tema caro all’artista e tema ricorrente nell’arte antica: la strage degli innocenti.
(10 dicembre 2014)
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