Roma, “Assolutamente Deliziose”, di Claire Dowie. Spettacolo da non perdere #Vistipervoi

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Assolutamente Deliziosedi E.T. twitter@iiiiiTiiiii

I testi di Claire Dowie sono una garanzia: caustici, politicamente scorretti, provocatori nel senso colto del termine, spiace vedere la stampa definirla “trasgressiva”, testi che teatralmente parlando “vanno da soli” e che analizzano con feroce lucidità la condizione femminile ed il quotidiano dell’età contemporanea con tutte le sue contraddizioni e l’alienazione dalla quale è caratterizzata.

Abbiamo visto lo scorso 18 gennaio le bravissime Flaminia Cuzzoli e Ottavia Orticello dirette da Emiliano Russo nello spettacolo “Assolutamente Deliziose”, perfettamente a loro agio nei ruoli di “A” e “B”, coetanee cresciute come sorelle, anche se sorelle non sono affatto, sono piuttosto cugine-amanti, che rimandano al pubblico con cattiveria e grinta rare, la ferocissima satira politica di Claire Dowie – che dall’inizio della sua carriera (conosco il suo lavoro dalla fine degli anni ’90) non si smentisce e senza pietà viviseziona, smembra e distrugge tutti i luoghi comuni legati al femminismo, al “lesbismo come scelta politica” (è una battuta del testo) e che normalmente irrita perbenisti e coloro che vanno a teatro per evitare di pensare (come le due signore che all’uscita del Teatro Due commentavano a voce alta il loro dissenso per un testo “incomprensibile”). Rock’n’roll.

“A” e “B” ci riportano nei labirinti dell’amore tra donne in tutte le sue sfaccettature infinite, nel mondo della spaventosa crudeltà femminile che emerge in tutta la sua ferocia soprattutto nei conflitti tra donne, non si sofferma sull’omosessualità come manifesto politico, ma anzi ne critica senza timori proprio gli aspetti più deleteri, come il fare del proprio amore uno scelta politica di visibilità e non un nido da difendere contro le intrusione dovute alla “troppa” visibilità. Gli stereotipi e i cliché vengono riproposti, destrutturati, distrutti e restituiti sotto forma di nulla, quello stesso spaventoso nulla dal quale provengono.

Davvero un bel lavoro che con la mia amica Emanuela Bianchi (ricordate “La Magara” al Roma Fringe Festival, ecco proprio lei) ci siamo goduti, divertendoci.

Lo spettacolo va assolutamente visto: in scena fino al 20 gennaio al Teatro Due di Roma all’interno della rassegna Cantieri Contemporanei che si concluderà il 25 gennaio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(18 gennaio 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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