di Alessandro Paesano twitter@Ale_Paesano
Per restituire le passioni e i sentimenti vissuti dai personaggi che ha creato per il suo “Labirinto” (percorso nelle passioni), con l’ausilio di ogni singolo e singola interprete, Frediano Properzi scardina la consuetudine del teatro borghese e dismette la divisione tra platea e palcoscenico, calando il suo pubblico in un percorso libero ed emotivo.
Appena mette piede in sala il pubblico è introdotto in un labirinto nel quale trova attori e attrici in singole postazioni dalla quale recitano il loro monologo ogni volta che qualcuno e qualcuna del pubblico si presenta alla loro vista.
Monologhi brevi, ripetuti più volte, ai quali il pubblico partecipa dall’inizio o mentre sono in corso, secondo un itinerario lasciato alla sua discrezione, nei quali i personaggi raccontano le loro storie, diversissime per stile, stato d’animo, questioni trattate, interagendo e rivolgendosi direttamente a chi è venuto ad assistere, a guardare e ad ascoltare.
L’intensità della relazione tra interprete e pubblico così ridisegnata dall’allestimento è tutta a vantaggio dell’umanità e della credibilità dei personaggi, la cui verità esistenziale è veicolata dal rapporto diretto tra interprete e spettatore e spettatrice.
La vicinanza delle singole postazioni, da dove ogni interprete esegue il suo monologo, crea un effetto di sovrapposizione di voci di suoni e di musiche che, all’inizio, sconcerta e può dar fastidio ma che prende presto la fisionomia di un tappeto sonoro nel quale ogni personaggio trova la stessa dignità di esistere, di essere nel mondo insieme agli altri personaggi e al pubblico, in uno stesso spazio di esperienza, instaurando un magnifico ed elegante parallelo tra “vita vera” e rappresentazione teatrale, costituendo il correlativo oggettivo di un monologo interiore collettivo nel quale si inserisce anche il pubblico trovando il suo metro di ascolto.
Pur nella differente verve di ogni monologo il pubblico entra sempre in contatto con il vissuto profondo dei vari personaggi, ognuno alle prese con una diversa declinazione della passione, che è il motore che li muove tutti, dall’intimo amore per la vita alla passione per la scrittura, all’ossessione per l’immagine o per la musica, arrivando al cuore più segreto di quella passione, sia esso un dolore inferto, una violenza subita, una esigenza non appagata.
Tramite questo confronto diretto con il personaggio il pubblico si rispecchia e riconosce lacerti della propria vita o di quella dei suoi cari e delle sue care. Il pubblico si vede, si identifica, si ritrae smarrito, si arrabbia, ha compassione, si commuove, viene in una parola avvolto e sopraffatto dalla passione umana che è anche la sua.
Un allestimento di grande impatto emotivo ma sempre discreto e rispettoso, che non usa le emozioni per intrattenere ma per far riflettere, introspettivamente.
L’allestimento che Properzi ha pensato per questo spettacolo richiede tutta la capacità emotiva oltre che professionale a chi deve recitare dinanzi un pubblico che ti osserva e ti scruta a poche decine di centimetri di distanza, senza alcuna protezione simbolica come la divisione tra platea e palcoscenico.
Gli attori e le attrici della compagnia L’ombelicolo, compagnia di performer amatoriali, si sono mostrati e mostrate all’altezza di una messinscena che, per funzionare, non trova sostegno nella tecnica recitativa ma nella cifra umana dell’interprete, nella sua volontà e capacità di mettersi a nudo, dando al proprio personaggio la propria carne e il proprio sangue.
Properzi chiede molto non solo ai suoi e alle sue interpreti ma anche al pubblico che deve entrare in relazione con loro.
Uno spettacolo di rara eleganza pensato per i personaggi e per il pubblico e non per l’ego degli e delle interpreti, o del regista.
Si esce dallo spettacolo emotivamente provati e umanamente cresciuti e si vuole tornare a vedere quelle donne e quegli uomini per toccare con mano i dolori e le gioie di un affanno quotidiano che è simile a quello nostro e che, una volta tanto, non vediamo rappresentato sulla scena ma direttamente proviamo, esperiamo, viviamo, sentendoci così un po’ risarciti e risarcite dalle fatiche del vivere.
LABIRINTO
Percorso nelle passioni
Testo e idea di Frediano Properzi
Regia : Frediano Properzi – Michela Francescangeli
con Agnese Galeffi, Arianna Barberi, Cristiano Gneo, Daniele Da Corsi, Giorgia Coppi, Luca Masi, Marco De Bella, Martina Massa, Michela Prinzivalli, PierLuigi Licenziato, Tonino Sechi De Murtas
dal 21 al 29 APRILE e 2 e 3 MAGGIO 2015
dal lunedì al sabato ore 20.45
domenica ore 17.00
TEATRO LO SPAZIO
Roma, Via Locri 42/44,
(traversa di Via Sannio, a 100 metri da Metro S. Giovanni)
(24 aprile 2015)
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