Roma, il 30 luglio al Gay Village #Inscena “Siamo tutti gay”… Annamo bbene!

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Siamotuttigaydi Gaiaitalia.com

 

 

Presentata con grande successo al Todi Festival 2013 (noi di Gaiaitalia.com c’eravamo, la recensione scritta ai tempi ve la proponiamo più in basso) e al Teatro Ambra Garbatella nella stagione invernale 2015, sbarca al Gay Village l’irresistibile commedia “Siamotuttigay”, scritta e diretta da Lucilla Lupaioli, da un’idea di Marco Marciani.

Che succederebbe se il mondo fosse omosessuale e l’eterosessualità fosse un’anomalia? Se intorno a noi fossero tutti gay come faremmo capire a mamma e papà che ci sentiamo attratti da persone dal sesso opposto al nostro?

È questa la difficile e paradossale situazione in cui si trovano i figli etero di Maggie (Alessandro Di Marco) e Tessy (Michela Fabrizi), coppia lesbica collaudatissima composta da una famosa attrice di teatro (interpretata sulla scena da un attore en travestì) e la sua fidata compagna, nonché suo ufficio stampa.

Il ritmo dello spettacolo segue quello della commedia degli equivoci: fraintendimenti, interruzioni, colpi di scena, rivelazioni improvvise ed happy end, ma rivedere questo schema classico alla luce del paradosso è davvero travolgente. I luoghi comuni vengono ribaltati, le scene-tipo attraversate all’incontrario, e quei due poveri ragazzi eterosessuali ci spingono a riflettere sulla convenzione della morale e sul concetto di diversità, ma anche e soprattutto sull’identità delle famiglie etero ed omosessuali. Mai prima d’ora, infatti, ci erano state mostrate famiglie gay così conservatrici e tradizionali, protettive e affettuose ma fedeli a un ruolo educativo contro cui tutti – etero e omo – ci siamo prima o poi ribellati.

Noi eravamo a Todi nel 2013, alla presentazione dello spettacolo (francamente ci stupisce questo livellamento della scena teatrale LGBTI operato dal Gay Village che per struttura, competenza, preparazione del pubblico e direzione artistica potrebbe osare un po’ di più) e subito dopo abbiamo recensito il lavoro di Lupaioli e della compagnia. Vi proponiamo la recensione di seguito, per evitarvi la fatica di cliccare sul mouse:

 

Già il titolo ci lasciava perplessi, ma l’autrice era interessante: Lucilla Lupaioli, autrice una ventina di anni fa di un testo splendido intitolato “L’Anello di Erode”, per la regia di Furio Andreotti, con un giovanissimo Claudio Santamaria, che la storica rassegna La Manica Tagliata ospitò in diverse città italiane.

Lo spettacolo parte male e finisce peggio. Lupaioli è assai brava, il testo vive di un ritmo eccellente e di un paio di battute esilaranti, grazie anche alla bravura di Alessandro Di Marco, il resto è noia. E stereotipi.

La storia è semplicissima, un mondo a rovescio dove essere etero è considerato anormale e dove essere gay è la norma, stereotipi dicevamo (l’idea stessa è’ uno stereotipo) che incatenano l’autrice-regista a una politically correctness da mercato domenicale del borgo (è vero che siamo a Todi, non a New York) che le tarpa le ali; se poi aggiungiamo una miscellanea centrale – vogliono essere colpi di scena – dei protagonisti che non più convinti di essere etero vogliono tornare alla “normalità gay” imposta dalla maggioranza da dove escono tutti i peggiori stereotipi omofobi (giacca rosa da gay, maglietta bianca con scritta rosa da gay, una barzelletta sui froci che viene troncata, insomma il cattivo gusto più becero), se aggiungiamo infine la sciagurata interpretazione della madre, quella non attrice, l’altra (non c’è traccia dell’abbinamento attore/personaggio sul flyier che accompagna lo spettacolo), se pensiamo ai siparietti musicali, solo patetici escamotage per supplire al vuoto drammaturgico, insomma…

Rimane solo la captatio benevolentiae finale. Che ci potevano risparmiare.

Si poteva fare uno spettacolo da un’idea così, ma non ne hanno avuto voglia. O non ci sono riusciti. Peccato.

Bravo Alessandro Di Marco, se di lui si tratta nella parte della madre-attrice (ma la regia avrebbe potuto ricordargli che una donna non tiene le gambe aperte come se avesse i testicoli), bravino l’attor giovane nella parte di William, garbata la sartina, indescrivibili, per compassione, tutti gli altri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(26 luglio 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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