di Alessandro Paesano twitter@Ale_Paesano
Non ci sono parole per restituire la grazia, l’intelligenza, la sensibilità e la maniera squisitamente registica del racconto di [t.l. uccellino] (Russia, 2015) di Vladimir Beck che incrocia gli sguardi e i punti di vista di alcuni ragazzi e ragazze ospiti di un campo estivo.
Non siamo più abituati ad un cinema per immagini che lasci al pubblico la possibilità di capiree fare collegamenti senza che il film spieghi tutto.
Che si tratti di Rita e Pavel, due istruttori del campo, o di due più giovani ospiti, lei innamorata di Pavel, lui innamorato di Rita o di un ragazzo ancora più giovane che assiste turbato all’amplesso di Rita con Pavel, il film ci restituisce gli sguardi di questi ragazzi e ragazze misurando la diversa maturità di ognuna e ognuno, il ragazzo e la ragazza più grandi che si corteggiano, e si abbandonano pronti a nuove avventure, o dei due ragazzi più giovani che si alleano per conquistare il bene amato e poi innamorarsi l’uno dell’altra (Ti amo come gli adulti? No, sul serio ) Ptička restituisce momenti di vita vera, se ci perdonate la banalità, dove ognuna e ognuno può identificarsi anche in un solo momento e dove la magia dell’estate, dell’infanzia che c’è o se ne va, dell’amore e del sesso è una magia vera, non raccontata ma semplicemente mostrata. Uno dei film più belli dell’intera festa.
Alla proiezione di stamane alle 9 per la stampa eravamo in 5…
(23 ottobre 2015)
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