El Greco in Italia, metamorfosi di un genio. A Treviso fino al 10 aprile

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El Greco 00di Emilio Campanella

 

 

 

 

 

Dalla periferia, ma neanche troppo, della Repubblica Veneta, da Candia, Dominikos Theotokopoulos giunse a Venezia, per poi proseguire alla volta di Roma. La raffinata e coltissima esposizione curata dallo specialista Lionello Puppi risulta essere una propaggine puntuale e discreta, ma non meno importante in seguito all’anno trascorso, quarto centenario dalla morte del pittore, ed in cui le manifestazioni si sono moltiplicate in molte città.

A Treviso, alla Casa dei Carraresi, sino al 10 Aprile 2016, si può essere edotti, ed è proprio il caso di dirlo, sull’inizio del percorso trionfale di un artista di grande successo, quanto controverso. Le non molte opere del “candiotto”, presenti sul territorio italiano, sono praticamente tutte presenti, dall’Altarolo della Galleria Estense di Modena, al Polittico della Pinacoteca Nazionale di Ferrara; insieme a queste, altre dalla Grecia, come da Venezia, insieme con maestri bizantini coevi.

El Greco una volta arrivato a Venezia iniziò a guardarsi intorno, ed erano anni d’oro per la pittura veneta: Tiziano, Bassano, Tintoretto, soprattutto, che lo colpì profondamente, ed è interessantissima l’ULTIMA CENA del 1568-1570 dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna in cui i modi della tradizione originaria assumono una dinamica ed una composizione debitrice evidentemente dello stile tintorettiano, un momento di passaggio di grandissimo interesse per una tavola di piccolo formato (42,5 x 51 cm.) dalla composizione e dalla dinamica sorprendenti. I raffronti sono anche con Tiziano presente con il giovanile SAN GIOVANNI BATTISTA dell’Accademia di Venezia, e soprattutto SAN FRANCESCO CHE RICEVE LE STIMMATE dal Museo Regionale “Agostino Pepoli” di Trapani del 1540, raffrontato alla tela omonima del 1570-1571 del Greco, impianto molto simile, colori poco contrastati grande carica emotiva nell’atmosfera densa.

Del periodo centro italiano e di quello romano sono presenti alcuni notevoli ritratti, debitori fortemente dello stile veneto, e di grande qualità. Molti confronti, anche con Parmigianino, Federico Zuccari, Marcello Venusti, ed intanto pian piano la sua maniera così precipua ed inconfondibile si fa strada osteggiata, discussa, studiata, amata, e che molto ha influenzato anche l’arte contemporanea. Questo nelle due ultime provocatorie ed interessantissime sale. Nella penultima, dopo una serie di crocifissi, due studi di Francis Bacon sullo stesso tema, e nell’ultima i due magnifici bozzetti da Palazzo Barberini a Roma, del 1600/1605: ADORAZIONE DEI PASTORI e BATTESIMO DI CRISTO, accanto al cartone picassiano delle DEMOISELLES D’AVIGNON, del 1958.

Picasso affermò di essere stato profondamente colpito da El Greco, e di essersi ispirato alle forme delle sue figure, per questa sua opera capitale.

Si conclude in questo modo il coerente e stimolante percorso intorno ai dieci anni scarsi di Dominikos Theotokopoulos in quell’ Italia, che lo influenzò fortemente, dove non tornò, ma dalla quale conservò il nome composto con l’articolo EL in spagnolo e l’aggettivo GRECO in italiano, non a caso.

Agile ed esauriente per seguire la mostra, il catalogo edito da Skira.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(27 ottobre 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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