
di Alessandro Paesano twitter@Ale_Paesano
L’amicizia fulminea tra Brooke, una trentenne disoccupata, e Tracy, matricola di college a New York e presto sua futura sorellastra (il padre dell’una sta per sposare la madre dell’altra) è al centro di un film brillante che fa divertire non alle spese dei personaggi.
Mistress America (Stati Uniti, 2015) di Noah Baumbach che firma la sceneggiatura assieme a Greta Gerwig, l’attrice che interpreta Brooke, sa rinverdire la commedia newyorkese anni 70 con un racconto intelligente e sottile con grandi trovate di sceneggiatura (la lettura collettiva del racconto che Tracy ha scritto su Brooke a sua insaputa; la gelosia maniacale di Nicolette la ragazza di un compagno di college di Tracy; i vari lavori coi quali Brooke si barcamena) e il contributo di due grandi attrici (non solamente la mattatrice Greta Gregwig nel ruolo di Brooke). Ne esce fuori uno spaccato multi generazionale dove nessuno, dove nessuna, ha il primato né in positivo né in negativo e dove ci si si può trovare e ritrovare ad avere consapevolezza di sé e del mondo che ci circonda. Mistress America (il titolo del racconto che Tracy scrive su Brooke) che dice molto a chi quella realtà la conosce bene ma sa dire parecchio anche a un pubblico distante come quello italiano. Un film da vedere e godere in lingua originale prima dell’appiattimento delle voci e dei suoni di un doppiaggio italiano sempre più asfittico.
(18 ottobre 2015)
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