di Alessandro Paesano twitter@Ale_Paesano
Quelle pessime riportate nel programma ufficiale della Festa e anche in quello di Alice nella città, sezione collaterale e autonoma.
Trame improbabili, sgrammaticate, mal tradotte dall’inglese (con le traduzioni fatte chissà da chi…).
E con una tendenza, ancora più grave, di censurare i film dalle trame omoerotiche.
Troppi gli esempi per essere una semplice coincidenza.
Carol (Gran Bretagna, 2014) di Todd heynes
…Therese Belivet lavora in un grande magazzino di Manhattan sognando una vita migliore quando incontra Carol Aird, un’affascinante signora intrappolata in un matrimonio fallimentare. Scatta tra loro un’immediata intesa che dal primo innocente incontro si trasformerà in un più profondo e forte legame.
Quando la relazione viene allo scoperto, le due donne sono costrette a lasciarsi alle spalle le loro vite precedenti e a rivedere gli impegni presi fino a quel momento.
La relazione, profondo legame, quanti giri di parole per non parlare di amore, storia, innamoramento, storia tra donne…
Anche il ludibrio cui sono costrette per la loro storia di amore tra donne viene resa con un giro di parole…
L’odio che non osa dire il suo nome…
Closet Monster (candaa, 2015) di Stephen Dunn (sezione Alice)
Destabilizzato dai suoi strani genitori, insicuro della sua sessualità, ossessionato delle immagini di un pestaggio di gay a cui ha assistito da piccolo, Oscar sogna di scappare dalla città che lo sta soffocando. Un criceto parlante, la sua immaginazione e la prospettiva di un amore, lo aiuteranno a confrontarsi con i suoi demoni surreali e a scoprire se stesso.
Pestaggio di gay dall’italiano pessimo e dalla pessima discriminazione, una cosa di gay, che sono loro che se li cercano i pestaggi. In realtà si tratta di una aggressione omofoba ai danni di un ragazzo presunto omosessuale. Pestaggio omofobo era troppo complicato?
L’omosessualità di Oscar non viene nemmeno nominata ma resa con la solita perifrasi giudicante dell’insicurezza della propria sessualità, come se si è gay solo perché si fa sesso e non anche (o soprattutto) perché si ama.
Peccato che nel film Oscar sia tutt’altro che insicuro del proprio orientamento sessuale, infatti si innamora del coetaneo Wilder appena lo vede e ci fa subito delle fantasie sessuali. Alla faccia dell’insicurezza sessuale!!!.
Insicuro è chi scrive queste trame censoree, omofobe e discriminatorie.
Freeheld (Stati Uniti, 2015) di Peter Sollet
La vera storia d’amore di Laurel Hester e Stacie Andree e della battaglia che le due donne hanno condotto per ottenere giustizia. Quando alla pluridecorata detective del New Jersey Laurel viene diagnosticato un cancro, vuole essere certa che la sua pensione vada alla sua compagna Stacie. Ma i funzionari della Contea di Ocean, detti “freeholders” (proprietari), non le riconoscono questo diritto. Il Detective Dane Wells e l’attivista per i diritti civili Steven Goldstein si uniscono a Laurel e Stacie coinvolgendo altri agenti di polizia e la comunità a sostegno della loro lotta per l’uguaglianza. (…)
Steven Goldstein viene descritto come un attivista per i diritti civili non attivista omosessuale nonostante sia gay. Goldestein grazie al suo impegno nella Garden State Equality ha reso possibile nello Stato del New Jersey l’estensione del matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso.
Va bene sottolineare che i diritti negati alle persone omosessuali sono diritti civili ma non menzionare nemmeno una volta l’aggettivo omosessuale o gay o lesbico è un poco censoreo, no?
Stacie è la compagna di Laurel, non l’innamorata, non la partner… che non si capisca che sono due donne che costituiscono una famiglia… Non si sa mai. Meglio tacere…
Un caso può capitare, due sono coincidenza, tre è una decisone presa e imposta.
Se ci sono i gay e le lesbiche nei film che non lo si dica, e se lo si deve dire lo si faccia con giri di parole, non con le parole giuste, persona omosessuale, persona gay, persona lesbica.
Non sia mai che leggendone in maniera tranquilla e diretta ci abituiamo anche qui in Italia a considerare ogni orientamento sessuale come una normale variante del comportamento umano…
Vorremmo proprio conoscere i nomi di chi ha scritto queste trame discriminatorie e censorie.
I nomi di chi ha imposto questa linea censoria, i nomi di chi pur notando l’incongruenza non è intervenuto o intervenuta per ristabilire la verità.
Richiamiamo la Festa del cinema e la sezione collaterale e autonoma di Alice nella città alle loro responsabilità non solo nei confronti della comunità omosessuale ma di tutta la cittadinanza che ha diritto a sapere la verità sui film che va a vedere senza pruderie sessuofobiche od omofobe.
I nomi. Vogliamo sapere i nomi.
(18 ottobre 2015)
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