Palma di Maiorca, luogo di vita degli ultimi trent’anni di Joan Mirò,festeggia l’artista con circa 250 opere tra sculture, disegni, schizzi e progetti che ne raccontano l’ultimo periodo creativo.
Dal 17 ottobre al 3 aprile la fondazione spagnola espone a Udine negli spazi di Villa Manin, i preziosi materiali affiancati da documenti originali, oggetti personali dell’artista e scatti realizzati da Bresson, Man Ray, Gomis e altri fotografi di rilevanza internazionale.
“Joan Mirò a Villa Manin, Soli di notte” è il titolo dell’importante rassegna racconta di un artista in profondo dialogo con se stesso, alla ricerca di una nuova forma creativa e di nuovi contenuti. I curatori hanno selezionato opere evocative, luoghi, suoni, emozioni che hanno accompagnato l’artista nel suo soggiorno nelle isole, soggiorno che ha radicalmente cambiato lo stile espressivo e tecnico. E’ qui che Mirò crea il suo atelier e grazie a questo luogo riesce a isolarsi, a vivere in stretto contatto con la sua arte e a trasformarla in un arte più essenziale, fatta di segni immediati e violenti, tralasciando il colore.
Sempliceil tratto, dal gesto espressivo del bianco e nero, che sottolinea i temi del silenzio e della ricerca introspettiva, nulla a che vedere con il periodo surrealista.
Mirò, accantonato il cavalletto, dipinge a terra: si sdraia o cammina sulla tela, usa per i fondi la trementina sporca di colore, macchia, spruzza, gocciola il colore direttamente, casualmente per tracciare segni dinamici e violenti, con personaggi che violentemente escono dal fondo con linee nere.
Villa Manin ricostruisce anche la “stanza rossa”, una sorta di studio rinascimentale mai aperto al pubblico, destinato alla scultura monumentale. Le musiche di Teho Teardo fatta di ocarine, percussioni e altri oggetti accompagna il percorso, musiche legate a video che documentano la storia del grande pittore e genio catalano, video firmati da Michele Biaggio.
Fino al 3 aprile a Udine.
(8 ottobre 2015)
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