Passando e ripassando, bighellonando fra un padiglione e l’altro della Biennale, con l’occasione di accompagnare qualche ospite, si vede, si rivede, si apprezza, si rivaluta, si ridimensiona il giudizio precedente; confrontando le luci primaverili con quelle d’autunno.
Ai Giardini, andando a caso, il padiglione olandese dedicato al grande patriarca Herman de Vries: TO BE ALL WAY TO BE, (omaggiato ampiamente anche a Palazzo Mora) in un’allestimento elegantissimo e minimale. In Spagna le due intriganti edicole di giornali inventati, l’una su Silvio B. veramente un po’ fuori tempo, e mi pare che qualche giorno fa le “civette” sapessero un po’ di aggiornamento, ma, tant’è… Molto meglio quella dei finti fumetti gay, molto divertenti e visitatissimi.
In Canada si va al bazar con BLG CANADISSIMO, colorata, affastellata rutilante, spiazzante installazione in vari ambienti, wunderkammer scombiccherata, magazzino lisergico per commessi ed avventori sciroccati. All’esterno un bel gioco sonoro tipo meccano…
Non funzionava!
Poco lontano un elegantissimo, deserto padiglione francese ospita alberi semoventi; è REVOLUTIONS di Céleste Boursier-Mougenot. Padiglione rivisto espressamente come pellegrinaggio volutamente dedicato alle vittime parigine del 13 novembre, giusto la domenica successiva quando già le colonne erano coperte di testimonianze di solidarietà e molte erano le bandiere a mezz’asta, nel parco. Il rinnovato padiglione australiano è abitato da FIONA HALL, WRONG WAY TIME sfinente e divertente wunderkammer, questa sì, molto all’antica australiana, come dire.
Nello splendore architettonico ungherese: SUSTAINABLE IDENTITIES di Szilàrd Cseke, giocattolo tecnologico elementare e sornione.
Poi si va a S.Elena, e la Grecia è ad un passo nel suo bell’edificio classico in cui Maria Papadimitriou ha realizzato un’ambientazione coinvolgente, anche se un po’ vista (AGRIMIKA’- WHY LOOK AT ANIMALS).
Rivisitando l’Arsenale, sono poi rimasto nuovamente molto colpito dalle sculture di Juan Carlos Di Stefano, presentato nel padiglione argentino, dai draghi meccanici sotto le Gaggiandre, dal rutilante padiglione cinese e le sorprese del Giardino delle Vergini.
(24 novembre 2015)
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