Rendez-vous Festival 2016: “Chocolat” o di un’inesistente ricostruzione razzista

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Rendez Vous 2016 - 05 - Chocolatdi Alessandro Paesano    twitter@Ale_Paesano

 

 

 

 

 

 

 

E poi, persa la masterclass con Chiara Mastroianni, presente in sala all’affollatissima proiezione di 3 Coers alla Casa del Cinema, questa sesta edizione di Rendez-Vous è stata ufficialmente aperta proprio da Chiara Mastroianni, madrina della serata, al cinema Fiamma (altra sala gremita) alla proiezione inaugurale a inviti di Chocolat (Francia, 2015) di Roschdy Zem.

Il film, distribuito in italia da Videa col titolo di Mister Chocolat (in sala da oggi 7 aprile), è la risposta commerciale al recente ripristino di un pezzo di memoria storica francese, quando una serie di libri (dello storico Gérard Noiriel) uno spettacolo teatrale e un sito Internet hanno recuperato la memoria storica, riscoprendo il successo avuto e l’importanza artistica e sociale. di Rafael Padilla, di origini cubane, un clown divenuto celebre col nome di Chocolat, in duo col clown Footit, intorno al 1886.
Se da un lato l’oblio del suo successo artistico è da imputare a mancanze di archivio, il razzismo ne è la ragione sotterranea.

Lo stesso cognome Padilla gli fu dato dall’ufficiale comunale solo dopo la sua morte,  avendo vissuto in vita come schiavo.

Rendez Vous 2016 - 04 - Chocolat

Purtroppo il film al di là dei suoi pregi artistici (Omar Sy e James Thierrée valgono da soli il costo del biglietto) rinverdisce un immaginario collettivo sulla bell’epoque e sulle condizioni di miseria in cui vivevano i circensi dell’epoca in maniera oloegrafica e colonialista con dei falsi storici clamorosi  che rendono il film del tutto inattendibile.
Tanto per citare due esempi eclatanti. Rafael diventa alcolista per la morte per turbercolosi della figlia diciannovenne, figlia della quale, nel film non c’è traccia. Rafael muore a Bordeaux in un piccolo Hotel e non nella baraccopoli fintissima e da studio nella quale lo vediamo morire nel film.

La pseudo ricostruzione d’epoca di Chocolat è basata su un gusto esotico e per il freak di quegli anni che avrebbe dovuto essere decostruita e ricontestualizzata ,ma che invece restituitaci così com’è, rischia finisce col confermare i presupposti discriminatori sui quali era basata allora. Chocolat è un film  pensato per un pubblico di bianchi e di eterosessuali (i timidissimi cenni all’omosessualità di Footit sono laconici come fossimo negli anni 50 del secolo scorso e ci mostrano ragazzi omosessuali effeminatissimi e col rossetto… in lerci e sordidi locali) che guardando questo film si sentono buoni e si indignano per il razzismo rappresentato nel film senza rendersi conto che il film stesso nel suo colonialismo e nella sua assurda inesistente ricostruzione di quell’epoca è quanto di più razzista (classista, maschilista, etnocentrico) possa esserci.

Anche il cinema francese non è tutto rose e fiori.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(7 aprile 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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