di Ghita Gradita
Chi di nazionalpopolare vive non può sopportare di essere nazionalimpopolare: così che il destino di Carlo Conti si compie a causa della sua stessa vanità. L’unico italiano che in tivù è riuscito ad essere più nero di Will Smith, ed infinitamente più antipatico, è stato nominato (non si sa grazie a quali meriti), alla direzione dei palinsesti delle radio Rai ed ha immediatamente dimostrato di non capire nulla né di radio né di palinsesti. La sua prima malsana idea è stata quella di cancellare un programma come 610 di Lillo & Greg, una delle colonne portanti di Radio 2. Nel mirino epuratorio contiano anche Babylon di Carlo Pastore e Mu di Matteo Bordone. Le ragioni della scelta stanno tutte in una dichiarazione dell’uomo che sull’incultura ha costruito una carriera: “Rivedrei un certo tipo di intrattenimento: non è necessario parlare sempre ininterrottamente. Su una cosa ho le idee molto chiare: la radio è più a togliere che ad aggiungere. Attenti a non farla mai diventare un panino troppo farcito perché, ribadisco, il suo elemento fondamentale è la musica, mentre ora si tende a riempirla troppo di programmini, parole, pseudoidee”, che detto da uno che non sta zitto un secondo, toglie le battute ai collaboratori e che gigioneggia cercando l’applauso a tutti i costi sembra più una presa per i fondelli che un discorso sensato. Gli consigliamo di parlarne con quelli di Radio24: musica poca, quasi niente e milioni di ascolti al giorno.Un genio, il compare Carlo Conti.
Quindi, ci racconta il Corriere, il dietro front. Perché ad esagerare con i terremoti le poltrone ballano. Soprattutto le proprie. Conti parla di malinteso e lo pronuncia senza errori, parla di discutere nuove collaborazioni con Lillo & Greg, frena anche su Mu e Babylon che miracolosamente tornano in palinsesto, Caterpillar (un programma magnifico) prima relegato dall’abbronzato genetico alle 20.00, torna alle 18.30, poi però si fa fuori Max Giusti, che il proprio titolo di diretür bisogna pur farlo valere.
(7 agosto 2016)
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