di Emilio Campanella
Al Castello del Buonconsiglio di Trento, fino al 6 novembre: “Tempi della storia, tempi dell’arte”, Cesare Battisti fra Vienna e Roma. Il 12 luglio scorso, esattamente cento anni dopo l’esecuzione capitale, è stata presentata ed inaugurata questa strana esposizione intorno al nostro martire irredentista, giustiziato insieme con Fabio Filzi e Damiano Chiesa, anche loro, giustamente ed ampiamente ricordati. La perplessità nel giudizio intorno a questa manifestazione nasce dal dubbio su che cosa sia veramente alla base del motivo apparentemente ed onorevolmente celebrativo. Una mostra storica? Una mostra d’arte? Entrambe? Nessuna delle due, veramente, sembrerebbe. Le scelte curatoriali di non optare veramente per una linea, portano ad una certa confusione. Si aggiunga che le molte sale ed altrettante sezioni, sono sparse, è proprio il caso di dirlo, fra i diversi piani e differenti corpi dell’edificio, con il facile rischio di saltare ampi, importanti capitoli della mostra… disavventura capitata al vernissage, a diversi colleghi. Per parte mia, posso dire che l’ottima intenzione risulta essere azzeccata per quanto concerne la parte storica, la biografia di Cesare Battisti, le sue ricerche geologiche, geografiche, cartografiche, fotografiche, le sue pubblicazioni, le sue traduzioni, la sua storia personale e politica, la sua tragedia. Molto meno tutta la parte artistica legata a ciò che il mondo dell’arte produceva in Trentino, in quell’epoca, e se sono presenti opere di artisti anche insigni, e non solo locali (Carrà, Wildt, Sartorio, ed ovviamente Depero, ma anche Beltrame) qualcuna anche fuori tema, si sono proposti anche artisti non proprio irrinunciabili, per cui il persorso risulta infarcito ed intasato anche di quadri assolutamente non indispensabili, in una mostra che vorrebbe essere storica… Ma lo vorrebbe?
Certo un’ampia ricognizione sulla pittura locale, forse non avrebbe giustificato una manifestazione così importante, o forse sì, certo non possiamo saperlo: in questo modo, chi è interessato a Cesare Battisti, visiterà la mostra e verrà edotto anche sulla pittura minore locale.
A conclusione del percorso un’ampia riflessione sul mito Cesare Battisti e sulla produzione artistica da questo generata. Motivata ed interessante sezione, questa sì, ben amalgamata fra arte, celebrazione, storia e mito.
Faccio una notazione a margine, che esula, se non dall’argomento, almeno dal tipo di trattazione della mostra. Si sa come l’episodio dell’uccisione di Cesare Battisti abbia molto diviso l’opinione pubblica e gli intellettuali austriaci, uno fra tutti Karl Kraus che volle a frontespizio della sua monumentale opera di denuncia degli orrori della Prima Guerra Mondiale, “Gli ultimi giorni dell’Umanità”, proprio una delle tragiche cartoline dell’impiccagine del martire; emaciato, appeso ad una tavola sotto la faccia paonazza ed irridente del boia, già pronta per Georg Grosz, parente stretta, questa immagine, di quelle stampate e distribuite negli Stati Uniti, con il “negretto” impiccato e sbruciacchiato, accanto ai suoi assassini sorridenti e trionfanti.
Appunto.
L’ampio, documentatissimo, catalogo, monumentale e di grande formato è pubblicato a cura della Provincia Autonoma di Trento, il Castello del Buonconsiglio, i Monumenti e le Collezioni Provinciali. Terzo numero della collana: Museo in Mostra. Se non ritengo imperdibile l’esposizione, trovo sempre una bella occasione, quella di una visita alla città, ed al suo magnifico castello.
(10 agosto 2016)
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