dal nostro inviato Emilio Campanella
#Venezia73 ha presentato fuori concorso, le prime due puntate del nuovo lavoro televisivo di Paolo Sorrentino: The young pope. Positivissimo il giudizio su questo quinto del lavoro complessivo, per l’abituale accuratezza formale, l’abilitą delle riprese, il montaggio, le preziosità fotografica, le atmosfere pericolosissime, sapientemente calibrate e consapevoli degli illustri precedenti di Bellocchio e Moretti, ma anche delle incursioni personali, puntuali de Il Divo. Interessantissimo e puntuto, Jude Law, Pio XIII, magistrale Diane Keaton, Sister Mary, Silvio Orlando, insinuante, sottile, maestro d’intrighi. E poi bravi tutti i moltissimi altri. Molte le immagini oniriche, molti gli spunti narrativi e di sviluppo successivo intorno ad un papa conservatore, che non sceglie il suo nome a caso… Tanto meno qui, per ribadire la propria indipendenza contro chi vorrebbe manipolarlo e lo ha eletto proprio a quello scopo. Scontri dialettici abilissimi e giocati come partite a scacchi la cui posta sono il potere, la perdita del potere, l’esclusione da determinate cariche, la destituzione da certe altre. Si cade in disgrazia per mezza frase detta o non detta. La caduta nell’abisso del peccato giudicato dagli altri, sino alla violazione di certi sacramenti, sacrificati sull’altare della ragion di stato. Lo stimolante assaggio che abbiamo visto, ed il resto che c’incuriosisce, dal 21 ottobre in poi…
(4 settembre 2016)
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