di Bo Summer’s twitter@fabiogalli61
Caro diario, ancora si è verificato l’ennesimo incidente di lavoro:
“Smettila di piangere. Stupida puttana! E rivestiti! Non può essere andato lontano, quel maiale!”
Restai immobile. Senza fiatare. Ormai so riconoscere i momenti nei quali bisogna stare giù.
“Pezzo di maiale! Brutto porco! Vieni fuori che ti taglio le palle!”
Per mia fortuna, si ostinava a trascurare il mio vero rifugio, così, col tempo che passava, la mia tensione si allentò e presi a osservare un grillo di notevoli dimensioni. Il suo primo balzo mi sorprese. Sulla mano. Il secondo mi lusingò. Entrò diretto nel taschino della mia camicia.
Un botto. Un colpo in testa. Ricordo bene. Un dolore fitto e cupo.
“Eccolo il maiale! Quello che ci scattava le photo!”
Un bizzaro stato confusionale contraddistinse i minuti immediatamente successivi. A sollecitare il mio risveglio furono le imprecazioni. Si trattava di un ragazzo manesco.
“Dove abiti?”
Lasciò lei là. Ad imprecare.
Arrivati a casa mia, provai vergogna per tutte quelle crepe, quell’odore acre di muffa stantia. Chissà cosa avrebbe potuto pensare di me.
“Puoi sviluppare il rullino, non è vero, porco?!”
“Certo”
“Bene!, datti da fare!, alla svelta, maiale!”
Lo lasciai in cucina a scolare il whisky distillato da mio padre. L’aria era satura di odori imprevisti e luci che non riconoscevo. Più. Un forte senso di dimenticanza in tutta quella presenza del mio quotidiano. Poi, improvvisi, sentii dei rumori, dei mugugnii, dei sordi tonfi come di libri spostati, osservati. Cercava fra i miei volumi di photo.
[Campeggio 1980, volume primo.. ?????.. ecco dove sarei finito!, brutto porco!.. però, il maiale!, messa a fuoco perfetta, dettagli, grande sensibilità per i particolari. Foto rubate ma si vede tutto]
Intanto, mentre sviluppavo il rullino nella camera oscura:
“Ehii”
“Chi è?”
“Sono io, il tuo spirito guida. Ascolta le mie parole: da questa notte i cavalli avranno biada in abbondanza”
Improvvisamente mi ricordai del grillo nella mia tasca. Ma cosa ci faceva lì. Così grande.
“Per ora, basta così”
Scomparve, come era apparso.
Si spalancò improvvisa la porta della camera oscura. Una luce da fuori entrò.
“Hey! Maiale!, ti devo parlare!”
Non fece in tempo a dire altro. Si limitò a crollare pesantemente sul pavimento. Completamente ubriaco.
[“Il whisky di mio padre.. lo dicevano che era forte”]
Questa mattina decido di fargli una sorpresa preparandogli un caffè ma è lui a sorprendermi. Infatti per prima cosa mi stacca un assegno, poi mi svela di essere il direttore di una rivista per soli uomini, mi prega di cedergli il mio materiale e di continuare a lavorare per lui.
Lo spirito del grillo aveva ragione “biada in abbondanza”. Chiusa la salma del mio piccolo grande amico in una scatola, l’ho poi sistemata nel luogo più tenebroso che io conosca.
Ora ho un lavoro che mi esprime appieno, un amico fedele nella camera oscura, prodigo di vaticini, fosche illuminazioni, enigmatiche confessioni.
[“In vita non ero nessuno”]
(6 dicembre 2016)
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