Festival del Cine Español: “La Educaciòn del Rey” di Santiago Estéves

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di Tamara Angelini #cinema twitter@gaiaitaitaliacom #cinespañol

 

 

Il film di Estéves comincia come un “heist  movie” (la preparazione del colpo da parte dei tre giovani), prosegue come un racconto di formazione (il rapporto fra Carlos, guardia giurata in pensione e Rey, il ragazzo sfuggito alla cattura della polizia e piombatogli nel cortile di casa durante la fuga) e diventa piano piano un western ambientato in una landa oscura dove al posto del canyon ci sono case in costruzione e strade notturne periferiche.

Siamo in Argentina, a Mendoza, nell’area centro-occidentale del Paese.

Carlos all’inizio ammanetta Rey, ma decide di non denunciarlo alla polizia e di fare un patto con lui: dato che Rey ha distrutto la sua serra durante la fuga, dovrà ricostruirla e non verrà denunciato.

Le scene in cui il ragazzo assembla e inchioda l’intelaiatura della serra sotto lo sguardo di Carlos, che gli dà consigli su come tenere il martello (“Si vede che non hai mai lavorato…”) sono molto belle perché non hanno niente di enfatico: sembra un tranquillo scambio di favori tra vicini di casa, ma la ricostruzione della serra allude anche alla presa di coscienza di un individuo.

Lo spazio nel film è molto importante: a separare Rey dal resto della sua vicenda c’è un muro di cinta alto più di due metri, che lo separa dal mondo precedente.

Il rapporto che si instaura fra i due è simile a quello tra maestro e allievo, o, meglio, a quello di un uomo vecchio che trova una sua ragione di vita nel voler salvare un giovane da un futuro certo di criminalità (al figlio che lo rimprovera perché non ha chiamato la polizia lui risponde secco “Ho visto i ragazzi dei riformatori”).

Il titolo allude a leggendarie educazioni di sovrani, dove “educare” è visto – nel senso più letterale del termine – come “condurre fuori” da una vita.
Una vita in cui l’educazione consiste anche nel  saper usare bene la pistola (“non voltare mai le spalle a uno che ha un’arma”, dice Carlos a Rey in una scena che ha molti elementi western).
Lo stesso Rey si fa benvolere dalla sua nuova “famiglia” e costruisce una serra più bella di quella che aveva distrutto e sembra aver trovato un suo equilibrio.

La polizia però continua a cercare Rey (ha nascosto lui la refurtiva), e tira fuori dal carcere gli altri due complici (tra cui il fratello di Rey) per attirarlo in una trappola.

Sono stati dei membri della polizia ad aver usato i giovani per il colpo, e il cerchio piano piano si stringe intorno a Rey. Nella resa dei conti finale, il vecchio Carlos viene ferito gravemente dal poliziotto corrotto e delinquente, che a sua volta viene ucciso da Rey.

L’alba arriva e il ragazzo fa in tempo a scappare dopo aver chiamato l’ambulanza per Carlos.

Il film non ci dice se il vecchio sopravviverà  o se il giovane tornerà alla vita di prima; lo spazio intorno a Rey nella scena finale è però vuoto per la prima volta.

 




 

(9 maggio 2018)

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