di Andrea Mauri
“L’odore dei cortili” (Il ramo e la foglia edizioni, 2024) di Giuliano Brenna è un romanzo che prende le mosse nel Portogallo degli anni ’60, in una Lisbona triste e oppressa dal regime militare di Salazar.
Mattia è un bambino molto attento a ciò che gli capita attorno, preoccupato di non deludere la madre, nonostante l’affetto di lei troppo stringente. Il padre ha abbandonato la famiglia senza troppe spiegazioni, ma da alcuni dettagli raccontati nella storia, si intuisce che faceva parte della Resistenza e nel momento più rischioso per lui, decide di scappare all’estero; né la moglie, né il figlio hanno mai capito dove sia scomparso.
Un giorno di febbre di Mattia, la mamma esce di casa per spedire un pacco alla posta. Dentro c’è una lettera per il marito e un libro da inviare a un ipotetico indirizzo. La follia del regime porta al sospetto e alla delazione nei confronti di qualsiasi cittadino. L’impiegata allo sportello si insospettisce del pacco e avverte due poliziotti della famigerata PIDE, la polizia internazionale a difesa della dittatura, che inseguono la donna fuori dell’ufficio postale. La mamma di Mattia si sente braccata, porta con sé un bracciale che ha rubato in casa della ricca famiglia dove presta servizio, è inquieta perché nemmeno lei sa giustificare il gesto al quale non aveva mai pensato, intuisce che la polizia la sta inseguendo per questo, una catena di equivoci, uno dei poliziotti apre il fuoco e uccide la donna in mezzo alla strada tra gli sguardi inorriditi dei passanti.
L’episodio è l’elemento scatenante del romanzo. Mattia, il bambino, non vede più tornare la mamma. Gli zii non gli raccontano mai la verità fino in fondo, lui cresce con l’idea che la sua febbre ha deluso la mamma al punto di decidere di non mettere più piede in casa. Mattia è dunque orfano di entrambi i genitori.
Narrando gli anni che passano e con essi la transizione del Portogallo dalla dittatura alla democrazia, Mattia va alla ricerca di sé stesso e scopre di essere attratto dagli uomini. Vive nel tormento: dal rifiuto delle nuove pulsioni passa ad avventure sempre più frequenti, a incontri occasionali nei parchi della città. Corpi che usa, che non ha intenzione di conoscere, che gli servono solo per alimentare il disprezzo di sé stesso.
La narrazione, attraverso flashback e ritorni al presente, offre alla storia un secondo protagonista, il capitano Green. Uomo misterioso, dal passato oscuro. Pagina dopo pagina si ricostruisce la sua gioventù, anch’egli omosessuale, anch’egli tormentato.
Le vicende di Mattia e del capitano Green si intersecano, due personalità complesse alla ricerca della verità interiore. Due uomini in un certo senso speculari, anche se opposti. Entrambi vivono una cesura che ne lacera la personalità. L’incontro, che rappresenta la seconda svolta della trama, porterà ambedue a considerare la vita sotto un altro punto di vista. Ognuno farà delle scelte definitive, che riflettono anche lo scorrere del tempo e il mutare veloce della società.
Da sfondo, come dicevamo, la città di Lisbona, con i suoi viali, strade, vicoli e affacci repentini sul fiume Tago. Una città oscura sotto il regime di Salazar, che nella narrazione acquista colore e vivacità, frutto concreto della cosiddetta Rivoluzione dei Garofani che il 25 aprile 1974 ha riportato la libertà al Paese.
L’odore dei cortili
Giuliano Brenna
Il ramo e la foglia edizioni, 2024
(18 dicembre 2024)
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