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E’ morta Adriana Asti

di Effegi

Adriana Asti è morta nel sonno, a Roma. Aveva novantaquattro anni.

Era nata a Milano, nel 1931, in una città che allora stava cambiando, e che avrebbe continuato a cambiare intorno a lei.

È stata un’attrice rara. Non solo per il talento, ma per l’atteggiamento con cui stava sulla scena: mai una parola di troppo, mai un gesto superfluo. La sua voce, immediatamente riconoscibile, poteva farsi lieve, quasi un sussurro, oppure tagliente come un ferro affilato. Era una voce che rimaneva anche dopo lo spettacolo, come un’eco.

Asti è stata una presenza centrale nel teatro italiano del dopoguerra. Ha lavorato con Giorgio Strehler al Piccolo Teatro, portando in scena personaggi che oggi fanno parte della memoria culturale del Paese. Con Luchino Visconti ha costruito spettacoli che univano eleganza e malinconia, senza mai perdere verità. Con Franca Valeri ha condiviso un’intelligenza ironica e affettuosa, capace di tenere insieme comicità e malinconia.

Il cinema l’ha accolta con autori importanti: Bernardo Bertolucci, con cui ha lavorato ne Il conformista e in altri progetti; Pier Paolo Pasolini, che le ha chiesto di essere corpo e voce in un mondo poetico e crudele; tanti altri registi che hanno trovato in lei un modo di recitare poco comune, fuori dagli schemi del divismo e della posa.

Non è mai stata un’attrice urlata, non è mai stata “popolare” nel senso televisivo della parola. Ha scelto il suo percorso con coerenza, e questo la rende, ancora oggi, un punto di riferimento per chi cerca una recitazione asciutta, precisa, fatta di dettagli.

Chi l’ha vista a teatro ricorda la sua capacità di trasformare anche i silenzi in battute, di fermarsi e restare immobile senza che lo spazio intorno a lei risultasse vuoto. Per me sarà sempre Becky Sharp: elegante, ironica, ambiziosa e fragile nello stesso tempo. Un personaggio difficile, che lei ha reso vivo senza mai tradirne la complessità.

Adriana Asti se n’è andata come ha vissuto: senza clamore, senza bisogno di un ultimo applauso. Lascia una traccia che non è fatta di nostalgie, ma di gesti precisi e veri, che restano negli occhi di chi l’ha incontrata.

 

 

(31 luglio 2025)

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