Manet, ritorno a Venezia. Fino al 18 agosto

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Manet 00di Emilio Campanella

A Palazzo Ducale a Venezia, fino al 18 Agosto, la nuova mostra fiore all’occhiello della stagione primavera/estate dei Musei Civici Veneziani.

La mostra si intitola: MANET, Ritorno a Venezia, ed è’ ospitata nei magnifici appartamenti dogali dove non si tenevano esposizioni temporanee dal 1999 (l’ultima fu: I PERCORSI DEL GUSTO, intorno alle prime Biennali).

Se lo scorso anno la manifestazione al cui centro era Gustav Klimt, nella sua tronfia monumentalità’ e pessima illuminazione aveva un fragile legame con la città ospite, questa, sempre con la stessa caratteristica di macchina staccabiglietti, ne ha uno ancora più evanescente: tutte le personalità di cultura sono passate e passano per Venezia, da secoli.

Tappa del Grand Tour, la laguna ha sempre esercitato fascinazioni ed avvelenamenti fisici e morali nei confronti di letterati, pittori, filosofi, comuni mortali, e quindi anche Edouard Manet vi ha il suo piccolo legame, riconducibile più, in effetti,ad un colto interesse più ampio per la cultura italiana in generale e per la sua pittura.

Manet Ritorno a Venezia

Dalla sua, questa bella mostra, ha una qualità intima data dalla bellezza degli ambienti, dalla cura delle scelte espositive, dall’attentissima illuminazione.

In collaborazione con il parigino Muse’e d’Orsay che presta alcune opere notissime che dovrebbero far correre folle, per cui la di solito lunga coda dei visitatori in attesa attraverserà tutta la Piazza intersecandosi con quella per il Campanile e con quell’altra per la Basilica, assediando i bancarellai di sciocchezze finto-autoctone denominate in città “specialità veneziane” (neanche fossero manicaretti, e non paccottiglia probabilmente di materiali e coloranti pericolosi).

Manet 03Ora entriamo nella morbida ed ovattata penombra delle sale espositive di quest’ampia rassegna di opere  e documenti, di schizzi, disegni, studi, bozzetti ed incisioni. Nove sezioni. La prima, discreta e popolata di studi dall’antico, ma dalla seconda, ecco il “coup de thèatre” di cui tutti parleranno: l’accostamento scenotecnicamente efficace, per quanto facile e  schematico fra l’OLYMPIA che lascia per la prima volta la sua sede parigine, e la VENERE DI URBINO di Tiziano dagli Uffizi, altra tela che per fortuna si muove raramente.

Il viaggio artistico continua quindi seguendo gli avvenimenti e le correnti cui il pittore era molto sensibile.

L’ardito ed abile accostamento fra un antico ed un moderno pittore di società’ colpirà molti potendo vedere affiancati LE BALCON del 1868/69 con DUE DAME VENEZIANE di Vittore Carpaccio c.a 1495 dal Museo Correr, mentre io sono rimasto colpito, invece, dall’interessantissimo BAL MASQUE’ A’ L’OPE’RA del 1873/74 da Washington.

Manet 01

Un poco piè “telefonato” l’avvicinare  il RITRATTO DI GIOVANE GENTILUOMO NELLO STUDIO di Lorenzo Lotto dall’Accademia con il pur notevole e notissimo RITRATTO DI EMILE ZOLA del 1868, come importanti sono quello di Clemenceau(1879/80) e quello di Berthe Morisot((1872).

Se non si può non citare l’anche troppo famoso LE FIFRE del 1866, noto nell’ultima sala, quasi sulla Scala d’Oro da dove si scende, appena dopo il supermercato librario e di gadgets organizzato per l’occasione, LE GRAND CANAL A’ VENISE di collezione privata, del 1874, e mi lascio per la chiusura la bellissima edizione de IL CORVO/LE CORBEAU/THE RAVEN di Edgar Allan Poe, e le sue cinque magnifiche incisioni dalla Bibliothèque Nationale di Parigi.

Manet 02Il terribile corvo di Poe gracchia urlando: “NEVERMORE!NEVERMORE” come molti anni fa avevamo sentito alte grida intonare degli ultimativi “MAIPIU’! MAIPIU’!” mostre negli appartamenti di Palazzo Ducale.

Eccoci invece, di nuovo qui!

 

 

 

 

 

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