Per la rassegna Orizzonti alla Nuova Sala Darsena, ampiamente e lungamente magnificata dal presidente Baratta la sera del 26 agosto (prima della proiezione del restaurato MACISTE ALPINO di Luigi Maggi e Luigi Maggi Borgnetto (1918), in ricordo della I Guerra Mondiale, iniziata proprio cento anni or sono), abbiamo visto il film di Moshen Makhmalbaf, IL PRESIDENTE, di ambientazione georgiana.
Ancora una volta un regista iraniano è costretto ad emigrare per esprimersi, ed è già una grande fortuna poterlo fare! Un dittatore viene rovesciato, e con il nipotino fugge fra mille pericoli e travestimenti, nella speranza di non cadere nelle mani dei suoi soldati, ovvero di quelli stessi che lo erano fino a due giorni prima. Con uno stile impeccabilmente tradizionale, un ritmo ineccepibile, un montaggio magistrale ed un’attentissima direzione d’attori, ecco un’apologo, una riflessione, ma anche una tragica operetta esposta in circa due ore incalzanti in cui si tifa per il tiranno sanguinario… Si tiene sempre per chi scappa, in fondo!
Vengono alla mente molti riferimenti colti, ma le citazioni sono sempre sommesse e discrete, frutto di una cultura profonda: Ejsenstein, il formalismo russo in generale; un certo cinema epico russo, ma anche ungherese alla Jancso, quindi molto più tardo; ma pure il Brecht del Cerchio di gesso del Caucaso, per la portata maieutica delle disavventure dei due protagonisti.
Tutto si svolge in un mondo che sembra premoderno e che contrasta con la modernissima sontuosità kitsch della “reggia” di Sua Maestà il Presidente. Si pensa a Réza Palhevi, ed anche a certi dittatori centro europei che non nomino per orrore… Il film è civilmente molto onesto, ci pone e si pone molti interrogativi sulla violenza, sul diritto alla vendetta, sul “terrore” dietro l’angolo, in cui la gara della ferocia è senza quartiere. Un’esortazione alla riflessione di grande profondità.
Una menzione speciale per il giovanissimo interprete: Sua Altezza il nipote di Sua Maestà il Presidente, un sorprendente attore in erba, spero che non gli venga assegnato un premio (già anni fa la protagonista bambina di Ponette venne premiata come migliore attrice. Non ebbe grande futuro: meglio lasciare fuori i bambini da questa competizioni… Il premio sarebbe certo meritatissimo, ma questo è un altro piano di valutazione…)
(27 agosto 2014)
©emilio campanella 2014 ©gaiaitalia.com 2014 diritti riservati riproduzione vietata