Dall’8 Marzo al 28 Giugno nel Palazzo del Governatore a Parma si esplora l’aspetto sacro e originario della maternità e il suo fondamentale ruolo attraverso le pitture di Pinturicchio, Veronese fino a Giacometti.
Sono 170 le opere esposte selezionate per indagare i misteri della procreazione e della vita nuova sia in dimensioni soggettive sia in modo universale, affrontandone le peculiarità, i simboli e le sfumature.
La mostra, suddivisa in quattro sezioni inizia con l’antichità, con le raffigurazioni delle grandi madri e dei miti greco-romani, affronta poi la rappresentazione artistica della maternità dal Trecento toscano fino al XVII secolo in cui sono esposti Filippo Lippi, Mantegna, Rosso Fiorentino, Veronese.
Altra sezione spiega invece la trasformazione della maternità nella famiglia borghese dell’Ottocento, dove cambiò la sacralità della maternità. La rivoluzione industriale cambiò tutti gli equilibri e scardinò le certezze all’interno della famiglia e della società. Qui con Hayez e Induno, Casorati e Severini si cerca di dare nuovo significato alla maternità, recuperandone la dolcezza e la devozione.
Ultima sezione riguarda il ‘900 con l’emancipazione della figura femminile, tema trattato anche dalle avanguardie, in cui emerge una maternità in costante competizione quotidiana.
Gli artisti ci conducono, attraverso questa esposizione attraverso le sensazioni che loro stessi provano di fronte all’evolversi della maternità e della società stessa,mostrandoci come, la maternità sia notevolmente mutata nella sua intima struttura, la maternità da sacra, rispettata e condivisa si trasforma in femminilità seduttiva, il senso della procreazione si trasforma in estetica concettuale.
La modernità prende vita nelle opere di Rotella, Collishaw, fino alle icone di Crepax che chiude il percorso espositivo.
(26 febbraio 2015)
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