di G.T.
Felice e contento il ministro della cultura Dario Franceschini, dichiara, anzi sventola ai quattro venti con orgoglio, il record di visite presso i musei italiani, nominando il 2015 come l’anno d’oro per i musei italiani con un totale di 45 milioni di visitatori (come se tutta la Spagna avesse visitato i musei italiani).
Grazie alle nuove politiche di valorizzazione, le domeniche gratuite e, aggiungiamo noi avere rivoluzionato direttori e dirigenti, posti di potere e mentalità, i musei italiani sono tornati a vivere. Riavvicinarsi al patrimonio culturale, conoscere il proprio territorio, ascoltare l’arte che ci mette in contatto con la parte più nascosta di noi stessi.
I big rimangono il Colosseo, Pompei e gli Uffizi, ma anche altri musei archeologici e non, vantano un incremento delle visite. A tal proposito, la mostra di Monet al Gam di Torino, è stata prolungata, grazie alla grande affluenza di pubblico, fino al 14 febbraio.
Arte e cultura, si sa (o forse no), abbattono le barriere, sconfiggono l’ignoranze e le convinzioni o condizioni più radicate. Antica e moderna, vecchia e nuova, comprensibile o discutibile, colorata o monocroma, silenziosa o rumorosa, l’Arte può dove spesso la ragione fallisce.
(14 gennaio 2016)
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