di Giorgia Trinelli
Avete mai visto statue di ispirazione anche Neoclassica… Tatuate? Avete mai pensato che questo connubbio potesse risultare altamente gradevole?
Ebbene…Il virtuoso del marmo tale Fabio Viale ha deciso, con la sua scultura, di parlare moderno. Nonostante le icone classiche, affronta il tema sacro della scultura in altro modo. Vincitore del Premio Cairo, a quindici anni si innamora del marmo che plagia la sua vita, scolpendola e facendosi scolpire. Icone del mondo classico tatuate, pneumatici borchiati, copie di parti anatomiche precedentemente scolpite, il pugno di una statua romana e il torso di una statua greca vengono tatuate, madonne che sembrano di polistirolo espanso, palloni da calcio, sculture essenziali che si sviluppano verso l’alto.
C’è tutto, in un incontro tra sacro e profano, tra vita e morte, un incontro già visto, già raccontato che Viale – esordisce nella scultura facendo navigare una statua di marmo – fa rivivere in altra maniera.
Viale ama la scultura, ama il marmo, ama il marmo bianco, quello di Carrara, il marmo pesante, monumentale, sacro, appare, nelle sue opere sinuoso, virtuoso.
Tecnica e armoniosa bellezza delle forme.
Ironico e cantastorie, crea un immaginario che sconvolge la percezione del quotidiano, rovesciandolo, togliendolo dall’abituale contesto. Nuove identità a corpi maestosi disegnati dalla luce che piacevolmente li accarezza. Nuova identità al marmo scolpito, decorato con tatuaggi che aggrediscono la classicità con simboli criminali, creando una nuova dimensione, un’altra faccia della sacralità legata alla nobile arte degli scalpellini.
Una nuova visione, un nuova “maniera”, la dimensione della scultura di Viale che, forse nel cognome, nasconde il destino di aprire nuove strade.
(10 agosto 2016)
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