dal nostro inviato Emilio Campanella
Nocturnal animals di Tom Ford, in concorso per Venezia73 arriva a sette anni dal pregevole esordio con A single man. Tom Ford torna in laguna con il secondo film, appuntamento, come si sa, molto pericoloso, soprattutto quando l’opera prima è stata molto apprezzata. Il miracolo non si ripete, pur confermando l’altissima accuratezza formale della confezione, ch’è già una cifra stilistica che contraddistingue il regista. I primi minuti di proiezione sono magnifici ed illudono su una continuazione a quel livello; subito dopo tutto diventa rarefatto, volutamente, certo, ma il raggelamento generale risulta eccessivo, pur comprendendo come voglia premere il pedale sulla difficoltà di rapporti in un ambiente alto borghese.
Amy Adams gestisce una galleria d’arte, il suo compagno ha poco successo negli affari e si sbatte in giro per gli States, allo scopo di trovare occasioni profique, anche se per il momento le trasferte servono agli incontri con l’amante. Poco dopo di noi, anche la protagonista capirà. Nel frattempo le viene recapitato un plico con le bozze di un romanzo dell’ex marito. Lei, insonne per vari motivi che possiamo ben comprendere, inizierà la lettura di una specie di thriller efferato ambientato in un Texas feroce, consapevole di Faulkner, Steinbeck e tanti altri. La vicenda procede con un montaggio alternato, bisogna ammetterlo, un poco scricchiolante, delle due vicende che costituiscono i due piani narrativi principali, ma che non sono gli unici. I giochi d’identificazione sono continui, i rimandi e le preziosità stilistiche, anche, queste ultime, anche un po’ sterili. Si parla di vendetta, la si vede scritta in un’opera concettuale esposta in galleria, nel romanzo la si mette in atto con un finale della vicenda, si può dire, senechiano… Prima o poi muoiono tutti i personaggi principali della vicenda. L’ex marito si negherà ad un appuntamento, e la nostra antipatica signora rimarrà sola ad aspettarlo in un elegante ristorante.
Un’ottima colonna sonora mai invadente (Abel Korzeniowski). Nel cast Jake Gyllenhaal, ed anche Michael Shannon, detective malato e crepuscolare da anti western moderno… Chissà questo soggetto fra le mani di due noti fratelli, che cosa sarebbe diventato. Un film fatto bene, ma niente di più.
(3 settembre 2016)
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