Al Museo Correr di Venezia “Splendori del collezionismo” fino al 4 giugno. L’Arte vista da Emilio Campanella A

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foto: Emilio Campanella copyright Gaiaitalia.com 2017

di Emilio Campanella

 

 

 

 

 

Al Museo Correr di Venezia è stata presentata, venerdi 17 marzo, la nuova mostra che il pubblico potrà visitare sino al 4 giugno prossimo: Da Poussin a Cézanne, Capolavori del disegno francese dalla Collezione Prat, una collaborazione fra i Musei Civici Veneziani, l’Alliance Française di Venezia e la Fondation Bemberg di Toulouse, che ospiterà l’esposizione dopo le date veneziane. Centonove fogli, centodieci disegni, da una collezione che Veronique e Luis Antoine Prat, intenditori e studiosi d’arte, stanno da decenni indirizzando con molta precisione limitandosi al disegno francese dal XVII secolo, alla fine del XIX, privilegiando la qualità sul numero e attendendo con pazienza l’occasione di acquisire fogli di particolare importanza storica ed esecutiva, mantenendo “lacune” di autori di grande interesse, quando non siano disponibili opere del livello artistico desiderato.

Qui risulta chiaro come ogni collezione sia fortemente differente dalle altre, per le scelte, gli intendimenti, gli obbiettivi finali, senza dimenticare l’avventura continua delle occasioni di acquisto, l’inseguimento di lavori desiderati, che ne fanno una vera caccia al capolavoro. Non bisogna dimenticare che dietro tutto questo ci sono importanti case d’asta internazionali, ed in particolare, qui, Christie’s ed altri studiosi di fama mondiale ed esperti collegati al mercato dell’arte.

A Venezia, la scelta di circa metà della collezione è stata operata da Pierre Rosenberg ex direttore del Louvre e Presidente dell’Alliance Française di Venezia, con l’attenta collaborazione del Presidente dei Musei Civici Veneziani Gabriella Belli, e l’attiva partecipazione dei collezionisti che generosamente condividono con il pubblico i loro fragili tesori e che tanto alla conferenza stampa come nelle visite e prima e dopo, hanno dimostrato una gioviale disponibilità a raccontare il loro amore per alcune opere scelte, la loro storia, la loro acquisizione. L’esposizione è ospitata, come abitualmente, al secondo piano del museo, è allestita ed illuminata con la doverosa attenzione e si compone di otto sezioni accompagnate da esaurienti pannelli informativi che danno, anche a chi non ne sia esperto, sintetici cenni di storia dell’arte francese di quei secoli. Attentissime sono anche le indicazioni che accompagnano esaurientemente ogni disegno, cosa che dà modo, a chi lo desideri, di approfondire adeguatamente la propria visita. Per gli appassionati si consiglia il catalogo edito da Magonza (Arezzo 2017) nuova edizione accresciuta che riporta nuove acquisizioni e tutti quei fogli, circa una ventina, che in questa occasione vengono esposti al pubblico per la prima volta.




Come sempre quando si tratta di disegni, consiglio una visita attenta, lenta ed accurata per cogliere i particolari stilistici di ogni artista. Si parte da François Stellaert detto Stella (1563-1605), Il Colosseo. Penna e inchiostro bruno, acquerello bruno e si arriva a Paul Cézanne: I grandi alberi. Pennello ed acquerello su matita, che si è meritato la copertina del catalogo. Ho notato alcune opere in particolare, che segnalo: Jean Baptiste de Champaigne (1631-1681), Cristo morto con studi di mani e della testa. Penna gesso bianco, sfumino su carta grigio beige. Jacques Louis David (1748-1825), Testa di Marco Attilio Regolo… Uno dei fogli più amati da Monsieur Prat che mi si è avvicinato quando l’ho fotografato e me ne ha raccontato la storia: il particolare si lega ad un grande disegno dell’artista, in possesso dell’Art Institute di Chicago, preparatorio di una tela mai realizzata: Ritorno di Attilio Regolo a Cartagine. Pierre-Paul Prud’hon(1758-1823): La Fortuna, matita nera, gesso bianco su carta azzurra, che rappresenta, in qualche modo, il portafortuna dei collezionisti. Eugène Delacroix.(1798-1863) Amleto e sua madre: “Un topo!” (L’omicidio di Polonio), Pennello ed acquerello bruno su matita. Odilon Redon (1840-1916) Testa appesa ad una catena. Carboncino su carta beige.

Questa  una piccola scelta personale… E non bisogna dimenticare un buon numero di opere di Victor Hugo e due rarissime di Charles Baudelaire. A conclusione un raffronto un po’ ardito: il disegno sta al dipinto, come il lied può state all’opera lirica.

 




 

(18 marzo 2017)

 

 

 

 

 

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