di E.T. #LindsayKemp twitter@gaiaitaliacom #Arte
Se n’è andato Lindsay Kemp ed è per l’Arte, per il Teatro, per la Cultura, un giorno tristissimo. Perché la morte, implacabile nel suo essere vita, non ha risparmiato nemmeno lui. Scuserete se questo articolo, questo ricordo, questo omaggio che non so nemmeno come chiamare, sarà opimo di sensazioni e ricordi personali, ma non posso farne a meno. Ho avuto la fortuna, in diverse occasioni, di studiare con Lindsay Kemp, di essere tra i fortunati che potevano godere del suo genio e della sua straordinaria umanità anche nell’atto sacro della tramissione da maestro ad allievo. Non ho mai sentito Lindsay Kemp rimproverare nessuno. Quando qualcuno non era in grado di fare qualcosa lui diceva semplicemente “Tu sei un angelo e puoi volare”: quanti sforzi, quante lacrime, quante gioie. Non ho potuto ringraziarlo abbastanza.
Lindsay Kemp ha, molto semplicemente, cambiato per sempre la storia del Teatro. Come lui pochi, forse solo Pina Bausch, morta nel 2009. Kemp è stato mimo, danzatore, attore, coreografo, maestro insostituibile, insostituito e mai dimenticato di generazioni di attori e danzatori: dai più famosi come Kate Bush e David Bowie a coloro che per qualche motivo poi hanno preso altre strade. I suoi spettacoli erano il trionfo del genio della leggerezza: non c’era tema, anche il più drammatico, che non venisse chiuso con la saggezza di un sorriso quasi a dire la vita è così, tragedia e risa, ed io sono qui a trascinarvi dentro l’una per strapparvi le altre vostro malgrado.
Elegante, leggero, raffinato Lindsay Kemp parlava poco, ma era di una simpatia devastante. Aveva una profondissima conoscenza delle arti che praticava ed una inflessibile volontà di miglioramento unita ad una ferrea determinazione a trasmettere la bellezza. Creava uno spettacolo dal nulla. Da un battito di ciglia poteva creare un’intera coreografia in poche ore. E insegnartela. E trasmettertela. E come diceva lui, tu ti sentivi un angelo e volavi. Non sapevi come avessi potuto imparare tutta quella roba in così poco tempo con gli inevitabili aggiustamenti degli ultimi dieci minuti, ma Lindsay ti aveva detto che eri un angelo e potevi volare, e tu lo facevi. E in scena davi il meglio di te.
Ho imparato tanto da lui, più sull’umanità che sull’arte che, in fondo, sono esattamente la stessa cosa: perché ciò che Lindsay Kemp sapeva trasmettere era che la vita stessa è un’opera d’arte e come tutte le opere d’arte a volte ha pure dei difetti, ma nell’unicum rappresentato dalla sua rappresentazione irripetibile anche i difetti diventano parte del genio.
Come dicevo non ho potuto ringraziarlo abbastanza. Lo faccio adesso, e lo farò dal profondo del cuore per il resto della mia vita, artistica e non. Si è fortunati ad avere un maestro ed ancora più fortunati a trovarlo di valore. E’ morto a Livorno nell’Italia che tanto amava.
Che la terra ti sia lieve, Lindsay.
(25 agosto 2018)
©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati riproduzione vietata