
di Giorgia Trinelli
Antonio Ligabue (Zurigo 1899-Gualtieri, Reggio Emilia 1965), a cinquant’anni dalla scomparsa, viene celebrato con quattro mostre pubbliche e una galleria che ricordano il suo genio incompreso e male interpretato.
Pittura, scultura, disegno e incisione, ripercorrendo in retrospettiva la sua poetica, opere inedite e confronti con altri artisti ( mai capirò i confronti… mah!).
Finalmente la sua pittura ha trovato riconoscimento, valore, identità; la sua pittura, espressionismo originale, autodidatta, consapevole, capace di sondare questioni perturbanti con respiro universale. A Gualtieri, nel Salone dei Giganti di Palazzo Bentivoglio, la Fondazione museo Antonio Ligabue, propone una retrospettiva con dipinti, disegni, incisioni, sculture in terracotta, fino all’8 novembre.
Sono 180 le opere esposte, tra cui anche quelle più celebri: ritratti, paesaggi, scene di campana, scene di erotismo immaginato credibile e suggestivo.
La Galleria d’Arte Moderna, Vero Stoppioni di Santa Sofia, propone le opere in un originale accostamento con le opere di Mattia Moreni, autore che simula il linguaggio della follia e dell’infanzia, rimescolando Espressionismo e Informale. Il Centro studi e archivio Antonio Ligabue presenta invece tutti i filoni dell’arte di Ligabue.
Nell’ esposizione allestita nel Labirinto della Masone, fino al 31 ottobre, si affianca l’artista a Pietro Ghizzardi, autore di ritratti suggestivi e grotteschi, oscuri e onirici, introspettivi . “Arte e Follia “il titolo dell’esposizione che vede 30 opere del Liabue e 50 opere del Ghizzanti.
L’altra mostra che vede i due artisti insieme,a Palazzo della regione di Mantova con opere inedite, fino al 31 ottobre.
La coppia Ligabue-Ghizzanti è protagonista anche della mostra che si tiene alla Galleria Centro Steccata di Parma fino al 30 ottobre.
(17 agosto 2015)
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