L’Arte vista da Emilio Campanella: Casorati, un prequel

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Il Giovane Casoratidi Emilio Campanella

 

 

 

 

 

Venerdi 25 settembre, a Padova, presso i Musei Civici agli Eremitani, è stata presentata la nuova ed interessantissima mostra temporanea, dal titolo: IL GIOVANE CASORATI Padova, Napoli, Verona”, che rimarrà aperta al pubblico fino al 10 gennaio prossimo.

Scientificamente molto accurata, ma allestita, purtroppo, al solito, con pessime luci, costituisce un’occasione molto interessante e ghiotta per affacciarsi sull’ambiente artistico del tempo; merito della Curatrica Virginia Baradel cui vanno i complimenti per la presentazione lucida, sintetica ed esauriente che, come tenendosi un passo indietro, riconosce il grande aiuto degli studiosi che l’hanno affiancata in questo lavoro sicuramente emozionante, di ricerca e scoperta. Ci si trova, dalla prima sala, in medias res.

Eccoci, dunque all’ “UR-CASORATI” studente di Giurisprudenza, Dottore in Padova, cui urgeva dentro il sacro fuoco dell’arte. Peregrinando con la famiglia da una città all’altra avendo un padre militare di carriera, colse le atmosfere che lo circondavano, ed iniziò a studiare pittura con Giovanni Vianello. Di suo c’è una bella scelta di opere nelle prime sale della mostra, come di Mario Cavaglieri e di Cesare Laurenzi, che con due presenze boccioniane e numerose di Ugo Valeri, Antonio Grinzato e Giuliano Tommasi compongono l’insieme formato dalle personalità di spicco dell’ambiente artistico locale.

Di seguito le opere del dedicatario della manifestazione, iniziando con prove orientative che già danno idea di un’attenzione al mondo circostante e di un cogliere le atmosfere, curare le ambientazioni che diverranno sue precipue, nello studio della figura, le simbologie, e specialmente la straordinaria qualità d’interprete delle inquietudini esistenziali.

Già questi giovanili ritratti, e poi i disegni, qui in un corpus veramente importante, attraversano e filtrano suggestioni del divisionismo, del simbolismo, dello jugendstil. Tutto decantato dalla sensibilità e dal carattere forte quale appare nell’Autoritratto del 1904-1905  (pastello su carta) che ce lo mostra quasi come un simpatico ragazzaccio.

Un simpatico ragazzaccio che si guardava molto intorno, sperimentava e cominciava a dare prove importanti che venivano riconosciute ed apprezzate. Ci sono, infatti, ritratti già notevoli e gruppi di figure dallo scavo psicologico profondo, che preludono alle prove mature che verranno di lì a poco.

Cito solo il trittico: DEI DOMESTICI SEGRETI CUSTODI di una invidiabile collezione privata, con la cornice unica originale, di questo sorprendente piemontese (Novara 1883/Torino 1963) fortunatamente vissuto molto a lungo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(28 settembre 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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