di Gaiaitalia.com
Si è conclusa domenica 3 luglio al Teatro Strehler di Milano la 30a edizione di Festival MIX Milano di Cinema Gaylesbico e Queer Culture con le ultime proiezioni seguite dalla cerimonia di premiazione durante la quale la Direzione artistica e le giurie hanno annunciato i vincitori delle tre sezioni competitive: Lungometraggi, Documentari e Cortometraggi che riportiamo di seguito:
Concorso Lungometraggi
La Giuria del 30° Festival MIX Milano – Concorso Lungometraggi, composta da Haydee Borelli, Riccardo Conti, Massimo Cucchiara, Andrea Goffo, Luca Mangione, Teresa Martini, Max Mazza, Fabrizio Meris, Alberto Milazzo, Luca Pacilio e Tommaso Sacchi, assegna i premi:
Miglior Lungometraggio a:
BARASH di Michal Vinik / Israele / 2015 / 83’
Con la seguente motivazione: E’ un film che, grazie a una certa ricerca e attenzione al dettaglio incontra e rappresenta al meglio le nuove generazioni.
Unisce ad una narrativa di puro intrattenimento temi forti come il “confine”, interiorizzato o esteriorizzato, e il dialogo con ciò che vive al di là del muro, comunque si percepisca il muro.
Pure con qualche facilità e perfino ingenuità registica, il film ci pare possa diventare un punto di riferimento per un’onesta lettura della realtà, in cui la riflessione sull’identità si sposta sempre di più verso il genderfluid, garantendo così una pluralità e complessità narrativa nuova e gravida di spunti futuri.
Menzione Speciale a:
JASON AND SHIRLEY di Stephen Winter / USA 2015 / 79’
Con la seguente motivazione: Per la capacità di raccontare lo sguardo sull’altro, con un film low budget eppure attento a ricostruire le trame di un momento cruciale per la storia del cinema sperimentale, ma anche capace di farsi punto di riferimento e pietra miliare nella storia del movimento.
La giuria ha assegnato anche il secondo posto a:
LA BELLE SAISON di Catherine Corsini / Francia 2015 / 105′
Con la seguente motivazione: Una cinematografia di qualità che propone un affresco storico convincente (i movimenti femministi degli anni ’70) su cui si innesta una storia lesbica che, pur giocando con dei clichés narrativi consolidati, riesce a coinvolgere emotivamente e a tratti a stupire con una resa della bellezza dei corpi che è pura seduzione.
E il terzo posto a:
LIEBMANN di Jules Hermann / Germania 2016 / 82’
Con la seguente motivazione: Un esperimento interessante che a tratti pare aprirsi ad una narrazione puramente filosofica, sostenuto da una prova attoriale di Godeard Giese degna di menzione.
Concorso Documentari
La Giuria del 30° Festival MIX Milano – Concorso Documentari, composta da Mattia Carzaniga, Raffaella, Carlo Griseri e Raffaella Milazzo assegna i premi:
Miglior Documentario a:
COMING OUT di Alden Peters / USA 2015 / 70’
Con la seguente motivazione: La giuria ha voluto, anche simbolicamente, premiare il più giovane autore in gara per il coraggio di mettere in scena se stesso rendendo il suo coming out privato una storia universale e per la capacità di stimolare la discussione sui temi dell’omofobia e del bullismo con un approccio, sia tecnico che stilistico, istintivo e anche per questo molto efficace.
Menzione speciale a:
PACKED IN A TRUNK. THE LOST ART OF EDITH LAKE WILKINSON di Michelle Boyaner, Jane Anderson / USA 2015 / 77’
Concorso Cortometraggi
La Giuria del 30° Festival MIX Milano – Concorso Cortometraggi, composta da un gruppo di giovani coordinati dal tavolo formazione del Milano Film Network, assegna i premi:
Miglior Cortometraggio a:
09:55-11:05, INGRID EKMAN, BERGSGATAN 4B di Sophie Vukovic, Cristine Berglund
Svezia 2014 / 15’
Con la seguente motivazione: Per la profondità e la raffinatezza con cui viene trattato il tema della sessualità in età senile. Per l’utilizzo di immagini forti e realistiche, ma sempre delicate, che mostrano il desiderio del corpo femminile ad ogni età. Per l’attenzione e la cura dedicata alla fotografia e al montaggio.
Menzione speciale a:
OH-BE-JOYFUL di Susan Jacobson, UK 2015, 14’
Con la seguente motivazione: Per l’efficacia del messaggio ed il modo ironico e divertente di trattare il tema della libertà di essere sé stessi, ribaltando la visione del rapporto generazionale.
(4 luglio 2016)
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