Dal 13 ottobre al 28 novembre alle Snap Galleries di Londra saranno esposte le foto di Barbara Pyle che sono pubblicate in volume da Reel Art Press; si tratta di fotografie che ritraggono un Bruce alle prime armi, pieno di ricci, in momenti di vita “normali” condivisi con i compagni di quello che già lasciava presagire essere, un lungo e indimenticabile viaggio.
Nel 1975, The Boss, aveva solo 26 anni. Sembrava un ragazzino, smilzo, alto con una massa di capelli ricci e spettinati e quel sedere che ancora ricordiamo nella copertina del vinile “Born in the USA” (20 milioni di copie vendute in pochissimi giorni), con il cappellino rosso che usciva dalla tasca (che nella cultura gay del tempo significava qualcosa, fu une geniale strizzatina d’occhio, molti non riconoscevano a colpo d’occhio che si trattava di un cappellino e non di un fazzoletto).
Timido, quasi a disagio, un concerto del Boss costava 5 dollari.
Durante il 1975 la fotografa Barbara Pyle fa amicizia con Bruce e i componenti della E Street Band e li accompagna per un qualche mese, fotografando quei mesi che cambieranno la loro vita e la storia della musica americana.
Non si tratta di semplici fotografie, posate, approvate e decise. Si tratta di momenti privati di un gruppo di persone normali, di giovani casinisti catapultati in una realtà immensa, che percorrono inconsapevolmente.
Il poeta di una generazione immortalato nella sua semplicità, nella quotidianità, nell’umiltà che gli hanno permesso di essere ancora The Boss, con un nuovo album assolutamente strepitoso.
Un libro e una mostra che svelano dopo 40 anni, il lato più intimo di un mito.
(1 ottobre 2015)
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